NUMERI ARRETRATI

 
 

Edizione 2011

 
  Scegli l'edizione Trimestrale che vuoi leggere:  
Primo Trimestre Secondo Trimestre Terzo Trimestre Quarto Trimestre
       
  TERZO TRIMESTRE  
       

 

 

ANNO XXII N. 28 (2011) 

EDIZIONE ON LINE

Registrato al Tribunale di Firenze il 24 Aprile 1990 al n. 3961. Casella Postale 1215 - 50100 Firenze

direttore ALESSANDRO MAZZERELLI

 
 
  "ONOREVOLI LADRONI ? "  
  Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti
l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per
cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui
prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza
privata finanziata da Montecitorio. A rendere pubblici questi dati sono
stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza
denominata Parlamento WikiLeaks.

Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non
solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per
volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i
conviventi more uxorio.
Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10
milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese
odontoiatriche.
Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in
ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche
private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per
fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila
euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai
problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.
Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e
138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche
fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno
chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del Parlamento per 153mila
euro di ticket.
Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati,
tuttavia, sono stati desegretati. "Abbiamo chiesto - dice la Bernardini -
quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcune
prestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio
balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura
(ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per
chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li
hanno voluti dare". Perché queste informazioni restano riservate, non
accessibili?

Cosa c'è da nascondere?
Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il
sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla
Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto
del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda
non può comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da
parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire
le informazioni secondo le modalità richieste".
Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo -
spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare
una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela
per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini
italiani.
Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un
privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di
25 mila euro mensili, a farsi un'assicurazione privata. Non si capisce
perché questa 'mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola
gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge - basterebbe
semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività
dieci milioni di euro all'anno".Mentre a noi tagliano sull'assistenza
sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano
anche massaggi e chirurgie plastiche private - è il commento del presidente
dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti.

...E NON FINISCE QUI...


Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che
recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un
aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa Euro 1.135,00 al mese.
Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei
verbali ufficiali.

STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese



INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE

+


TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE gratis

FS gratis

AEREO DI STATO gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro

1.472.000,00).

Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in

parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni

per il pubbico impiego)

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in

violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per

quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della

Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una

segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)



La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!




Far circolare queste informazioni , che possono essere lette solo attraverso

Internet , in quanto quasi tutti gli organi di stampa rifiutano di portarle a conoscenza dei Toscani, è un nostro sacrosanto dovere!
 
Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori
È stata istituita presso l’Inps la “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”, prevista dal Decreto del Ministro della Gioventù del 19 novembre 2010 (pubblicato in G.U. 27 dicembre 2010) cui possono iscriversi i giovani genitori di figli minori, in cerca di un occupazione stabile.
La banca dati è finalizzata a consentire l’erogazione di un incentivo di € 5.000 in favore delle imprese private e delle società cooperative che provvedano ad assumere a tempo indeterminato le persone iscritte alla banca dati stessa.
La circolare INPS n.115 del 5/09/2011 illustra le modalità d’iscrizione alla banca dati e le varie operazioni che possono essere effettuate successivamente all’iscrizione. Per autenticarsi è necessario disporre del Codice di identificazione personale (cosiddetto PIN), rilasciato dall’Istituto.
Requisiti per l’iscrizione alla Banca dati
Possono iscriversi alla banca dati coloro che possiedano, alla data di presentazione della domanda, congiuntamente i seguenti requisiti:
a) età non superiore a 35 anni (da intendersi fino al giorno precedente il compimento del trentaseiesimo anno di età);
b) essere genitori di figli minori - legittimi, naturali o adottivi - ovvero affidatari di minori;
c) essere titolari di uno dei seguenti rapporti di lavoro:
- lavoro subordinato a tempo determinato
- lavoro in somministrazione
- lavoro intermittente
- lavoro ripartito
- contratto di inserimento
- collaborazione a progetto o occasionale
- lavoro accessorio
- collaborazione coordinata e continuativa.
In alternativa al requisito di cui al punto c), la domanda d’iscrizione può essere presentata anche da una persona cessata da uno dei rapporti indicati; in tal caso è richiesto l’ulteriore requisito della registrazione dello stato di disoccupazione presso un Centro per l’Impiego.
L’iscrizione alla banca dati consente all’Inps di riconoscere l’importo di €5.000, in caso di assunzione con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche parziale.
I requisiti anagrafici e lavorativi indicati devono essere conservati per il mantenimento dell’iscrizione nella banca dati; le principali vicende che determinano la cancellazione del soggetto già iscritto sono le seguenti:
1. compimento di 36 anni d’età del soggetto iscritto;
2. raggiungimento della maggiore età di tutti i minori;
3. cessazione dell’affidamento del minore;
4. assunzione a tempo indeterminato (pieno o parziale).
In caso di superamento del limite d’età del soggetto iscritto o dei minori (punti 1 e 2) ovvero di assunzione a tempo indeterminato (punto 4) si verifica la cancellazione automatica dalla banca dati; invece, in caso di cessazione dell’affidamento (punto 3), grava sull’interessato l’obbligo di procedere alla cancellazione.
Il soggetto cancellato dalla banca dati può ripresentare una nuova domanda di iscrizione, nell’eventualità in cui si verifichino nuovamente le condizioni di iscrizione.
Incentivo per l’assunzione dei soggetti iscritti nella Banca dati giovani genitori
Datori di lavoro beneficiari
Come si è detto, la Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori è finalizzata a consentire l’erogazione di un incentivo di €5.000, incaso di assunzione dei soggetti iscritti.
L’incentivo può essere riconosciuto alle imprese private e alle società cooperative.
Con riferimento alle società cooperative, l’incentivo è riconosciuto altresì per l’assunzione di soci lavoratori, purché venga stipulato con gli stessi un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche parziale.
Sono esclusi dall’incentivo gli enti pubblici – economici e non economici - nonché i datori di lavoro non qualificabili come imprenditori ai sensi del codice civile; rientrano invece nell’ambito dei beneficiari le imprese sociali previste dal decreto legislativo n. 155 del 24 marzo 2006.
Sono ammessi all’incentivo anche le imprese e le società cooperative presso cui il lavoratore sta svolgendo o ha svolto uno dei rapporti di lavoro indicati al punto c) del paragrafo 1.1.
Assunzioni per le quali è riconosciuto l’incentivo
L’incentivo spetta per l’ assunzione a tempo indeterminato, anche parziale, ovvero per la trasformazione a tempo indeterminato (anche con orario parziale) di un rapporto a tempo determinato.
Condizioni per l’ammissione all’incentivo
Per godere dell’incentivo è necessario che, al momento dell’assunzione, il lavoratore sia iscritto alla “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”.
Le imprese e le cooperative interessate possono verificare direttamente se una persona è iscritta alla banca dati; a tale scopo l’applicazione per l’invio on line della richiesta di incentivo (di seguito illustrata) è stata opportunamente adattata per consentire - prima e a prescindere dall’eventuale assunzione - la semplice consultazione della banca dati, mediante il codice fiscale del lavoratore.
Per poter usufruire del beneficio devono inoltre ricorrere le seguenti condizioni.
L’assunzione non deve costituire attuazione di un obbligo, ai sensi della legge 68/1999 in favore dei disabili.
Il datore di lavoro non deve aver effettuato, nei sei mesi precedenti l’assunzione, licenziamenti per giustificato motivo oggettivo o per riduzione del personale, fatta salva l’ipotesi in cui l’assunzione sia finalizzata all’acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori licenziati
Il datore di lavoro non deve avere in atto sospensioni dal lavoro o riduzioni dell’orario di lavoro per crisi aziendale, ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione industriale, salvo il caso in cui l’assunzione sia finalizzata alla acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori sospesi o in riduzione di orario.
Il lavoratore assunto non deve essere stato licenziato, nei sei mesi precedenti l’assunzione, dalla medesima impresa ovvero da impresa collegata o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti
Il beneficio può essere goduto per un massimo di cinque lavoratori iscritti nella banca dati.
Il beneficio può essere goduto nei limiti dello stanziamento previsto da decreto del ministro della gioventù del 19 novembre 2010 (al netto degli oneri di gestione determinati ai sensi della convenzione Dipartimento della Gioventù – INPS). Al raggiungimento della percentuale di utilizzo, da parte dei datori di lavoro, pari all’80% delle risorse disponibili, l’Inps sospenderà le nuove iscrizioni dei lavoratori e, all’approssimarsi del loro esaurimento, interromperà definitivamente il riconoscimento degli incentivi ai datori di lavoro, dandone pronta informazione mediante i mezzi di comunicazione più opportuni.
Il beneficio è cumulabile con altri incentivi previsti dalle norme vigenti.
La richiesta e l’autorizzazione dell’incentivo
Dopo aver effettuato l’assunzione di una persona iscritta nella Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori, il datore di lavoro o il suo rappresentante - espressamente delegato, conformemente a quanto previsto dalla circolare n. 28 dell’8 febbraio 2011 - devono richiedere il relativo beneficio economico avvalendosi del modulo telematico messo a disposizione all’interno di una nuova funzionalità del Cassetto previdenziale Aziende, denominata “Istanze on-line”, presso il sito internet www.inps.it.
Entro il giorno successivo all’invio, l’Inps, effettuati con esito positivo i controlli automatizzati in ordine all’iscrizione del lavoratore nella banca dati e in ordine alla correttezza formale delle dichiarazioni del datore di lavoro, attribuirà automaticamente alla posizione contributiva interessata il Codice Autorizzazione corrispondente all’incentivo richiesto.
Nella sezione “istanze on-line” del Cassetto previdenziale aziendale sarà reso disponibile l’esito della richiesta.
Si allega alla presente circolare un manuale che illustra nel dettaglio le modalità di verifica preventiva dell’iscrizione di un determinato soggetto alla banca dati, le modalità di invio del modulo telematico di richiesta dell’incentivo, e le operazioni che possono essere effettuate successivamente all’istanza di ammissione al beneficio.
La fruizione dell’incentivo mediante flusso Uniemens
La fruizione dell’incentivo avviene tramite conguaglio del relativo credito nella dichiarazione Uniemens.
L’incentivo dovrà comunque essere fruito, fino al raggiungimento della misura di €5.000, inquote mensili non superiori alla retribuzione maturata nel singolo mese dal lavoratore, ferma restando la permanenza del rapporto di lavoro.
Con successivo messaggio verranno resi noti il Codice autorizzazione che identifica il beneficio e le sue modalità di esposizione nel flusso Uniemens; verranno altresì illustrate le corrispondenti istruzioni contabili.

 

  A RONTA (Firenze) SI MALMENA UN PRETE,  REO DI FARE IL PRETE  
  (Comunicato Ufficiale del MAT N° 184)

  Una volta, ai miei tempi… che sono quelli di Pio XII° , a malmenare un prete si veniva scomunicati.  Il tempo ha galoppato, ora malmenare un prete è diventato un onore, ovviamente, purché il prete non sia un cattocomunista. 

  Accade così che un prete extracomunitario  - non è un senegalese, ma un argentino… - viene malmenato da un “nostalgico del 1968”  di un villaggio che più “rosso” di come è non può essere:  Ronta , frazione di Borgo San Lorenzo.

   Il motivo è strapaesano , il “compagno”  non gradisce un cartello messo nella bacheca del circolo MCL , di cui il prete ha, da tempo, perso ogni controllo. Ma la ruggine viene da lontano , il prete ha infatti commesso almeno tre “delitti”:  ha recuperato la Sagrestia, che era stata trasformata in una bettola.  Ha tolto il banco da osteria che sostituiva l’altare del Santuario della Madonna dei Tre Fiumi  e per di più intende dire qualche messa in latino …

  Ma chi è arrivato a Ronta ?  Un prete fascista ? Un “ribelle” ?  Macché è arrivato un prete che crede di far il prete. E allora scacciamolo, malmeniamolo, sputacchiamolo…e cosi  sia.

 

 

                                                                                                     Alessandro Mazzerelli

 

 

 

Firenze, 24 agosto 2011.

 

 
  i Mille  
 

Stamattina io facevo osservazione-

in piazza d'Arno, innanzi al monumento,

(ai caduti di Mentana, ndr)

nel mentre v'era la dimostrazione-

che dei Garibaldini, a stento a stento,

se ne vedea tre o quattro a precisione,

e mezzi stronchi . E dì che mi rammento

che prima non c'era commemorazione

che non ne sortisse fori du' o trecento.

Ma, lo dice il proverbio- caro Nanni-

“leva e non metti, ogni gran monte cala”,

e, ne' giornali di questi ultimi anni,


tu poi vedè da te che , 'n fila 'n fila,

solamente dei Mille di Marsala

n'è morti almeno Cattro o Cinque mila.


Dino Fazzini, 100 sonetti in vernacolo fiorentino, Firenze 1922

 
 
  Appello di Riscossacristiana.it  
 
Se credi, in latino o in italiano, è il momento per farsi vivi.
se non credi, ricordati che si parla anche delle tue radici.
se apprezzavi la Fallaci, fallo anche per Lei.
se ritenevi la Fallaci troppo filo-americana, partecipa lo stesso.

I fatti: mercoledì 20 luglio 2011 Don Hernan Garcias Pardo, parroco di San Michele, a Ronta, frazione di Borgo San Lorenzo (FI), è stato malmenato da energumeno che lo ha aggredito e insultato in canonica. Dopo la sacrilega violenza, epilogo (per ora) di una lunga serie di minacce e lettere minatorie, il sacerdote ha dovuto far ricorso alle cure mediche presso il pronto soccorso. L'aggressore è stato denunciato.

Perché pubblichiamo questa notizia solo oggi? Perché su questo fatto è stato steso un pesante silenzio di tipo mafioso, e solo grazie a un valoroso amico, il noto giornalista Pucci Cipriani, la notizia è stata resa da pochi giorni di pubblico dominio. CLICCANDO QUI potete leggere l'articolo che Pucci Cipriani ha pubblicato sul Giornale della Toscana. Poi, rotta la coltre di omertà, la stampa nazionale (vedi La Nazione) si è decisa a fare accenno, en passant, all'aggressione, non senza sottolineare che la prognosi del pronto soccorso è stata lieve, e che da tempo c'erano “tensioni” tra il Parroco e “gruppi di fedeli” che non approvavano le scelte tradizionaliste del Parroco, sia in tema di celebrazioni liturgiche, sia nella gestione della parrocchia. Come dire, insomma, ma questo Parroco le grane se le cercava proprio...

Abbiamo cercato a lungo nel Sito della Diocesi di Firenze. Non abbiamo trovato accenno a questa violenza sacrilega e inaccettabile. Aggredire un ministro di Dio è un peccato gravissimo, ma forse non tutti la pensano così...

 

Ringraziamo l'amico Pucci Cipriani, che ha fatto conoscere lo scandaloso evento, e vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra affettuosa vicinanza a Don Hernan Garcias Pardo, con la lettera che segue. INVITIAMO I NOSTRI AMICI LETTORI AD ASSOCIARSI A QUESTA LETTERA. PER FARLO E' SUFFICIENTE INVIARE UNA MAIL A info@riscossacristiana.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , con oggetto: “Solidarietà a Don Hernan Garcias Pardo”. L'elenco delle firme sarà quotidianamente aggiornato. NON POSSIAMO TACERE DI FRONTE A UNA VIOLENZA SACRILEGA

 

 
  Ecco cosa si ottiene nel regime di Bossi e compagni, con l'apporto della magistratura comunista..  
 
da: diritto.it:
 
La condizione di immigrato irregolare non può di per sé costituire ostacolo alla celebrazione del matrimonio con un cittadino o una cittadina italiana: è quanto stabilito dalla Corte costituzionale, che ha dichiarato la parziale illegittimità dell’art. 116, co. 1, c.c., come modificato dalla L. 94/2009 (recante Disposizioni in materia di sicurezza pubblica) nel contesto del diffuso allarmismo che ha indotto ad una stretta nei con­fronti dell’immigrazione irregolare.
La citata legge del 2009, intervenendo sul di­sposto dell’art. 116 c.c., che, con riguardo al matrimonio degli stranieri in Italia, si limitava a prescrivere l’esibizione di un nulla osta del Paese di origine attestante l’inesistenza, secondo le leggi di quel Paese, di motivi ostativi, ha aggiunto ai requisiti per la celebrazione del matrimonio dello straniero quello ulteriore della necessaria presentazione all’ufficiale dello stato civile di un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano. In sostanza, con la nuova legge, il matrimonio dello straniero è stato subordinato alla condizione della regolarità del suo soggiorno nel territorio nazionale, che deve sussistere sia al momento delle pubblicazioni sia a quello della celebrazione; in assenza della suddetta condizione l’ufficiale dello stato civile non può compiere gli atti richiesti.
La modifica è stata introdotta con l’obiettivo
di arginare il fenomeno dei cd. «matrimoni di convenienza» con cittadini italiani da parte di soggetti clandestini che mirano a regolarizzare la propria posizione e a conseguire per effetto del matrimonio la cittadinanza italiana. Tuttavia, nonostante l’asserita finalità, la materia toccata dal legislatore è appar­sa sin dall’inizio di estrema delicatezza, in ragione soprattutto del rilievo occupato dalla libertà matrimoniale nel contesto generale dei diritti uma­ni, per cui tra gli studiosi e gli operatori del settore a vario titolo è apparsa evidente l’esigenza di valutare se la restrizione imposta alla libertà di ma­trimonio rinvenisse una sufficiente ragione giustificativa nell’ordine pubblico matrimoniale o se, invece, risultasse sorretta da scopi indipendenti, che esulano o addirittura contrastano con i principi del diritto di famiglia consolidatisi nella tradizione giuridica ordinamentale e in quella di più ampio respiro europea.
Pertanto, dubbi di costituzionalità della nuova normativa sono stati avanzati in rapporto al diritto comunitario, agli obblighi costituzionali inerenti al rispetto della libertà matrimoniale quale diritto umano fonda­mentale, nonché agli obblighi derivanti dal sistema internazionale ed eu­ropeo dei diritti umani. Soprattutto, il vulnus arrecato al diritto alla libertà matrimoniale non è apparso proporzionato agli obiettivi di garanzia dell’or­dine pubblico e di controllo dei processi migratori che, nelle intenzioni del legislatore, dovevano accompagnare la rinnovata previsione normativa, con specifico riferimento al contrasto ai matrimoni di convenienza.
Tanto premesso, si è giunti alla sentenza n. 245 del 20 luglio 2011 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato la l’illegittimità dell’art. 116, co. 1, c.c., limitatamente alla parte in cui si richiede «un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano».
Per i Giudici delle leggi, sebbene sia consentito al legislatore italiano dettare norme, non palesemente irragionevoli e non contrastanti con obblighi internazionali, che regolino l’ingresso e la permanenza di stranieri extracomunitari in Italia, tali norme devono costituire pur sempre il risultato di un ragionevole e proporzionato bilanciamento tra i diversi interessi, di rango costituzionale, implicati dalle scelte legislative in materia di disciplina dell’immigrazione, specialmente quando esse siano suscettibili di incidere sul godimento di diritti fondamentali, tra i quali certamente rientra quello di contrarre matrimonio. In relazione alla fattispecie sottoposta all’esame della Corte, benché la ratio della disposizione censurata possa essere effettivamente rinvenuta nella necessità di «garantire il presidio e la tutela delle frontiere ed il controllo dei flussi migratori», la Consulta tuttavia osserva come non proporzionato a tale obiettivo si presenti il sacrificio imposto dal novellato testo dell’art. 116, co. 1, c.c. alla libertà di contrarre matrimonio non solo degli stranieri ma, in definitiva, anche dei cittadini italiani che intendano coniugarsi con i primi.
A sostegno delle proprie argomentazioni, i Giudici costituzionali richiamano una sentenza della Corte europea di Strasburgo, secondo la quale «il margine di apprezzamento riservato agli Stati non può estendersi fino al punto di introdurre una limitazione generale, automatica e indiscriminata, ad un diritto fondamentale» garantito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, senza che sia consentita alcuna indagine nel caso concreto con riguardo alla genuinità del matrimonio.
A giudizio della Consulta si impone, pertanto, la conclusione per cui la previsione di una generale preclusione alla celebrazione delle nozze, allorché uno dei nubendi risulti uno straniero non regolarmente presente nel territorio dello Stato, rappresenta uno strumento non idoneo ad assicurare un ragionevole e proporzionato bilanciamento dei diversi interessi coinvolti, specie ove si consideri che il D.Lgs. 286/1998 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) già disciplina alcuni istituti volti a contrastare i cosiddetti «matrimoni di comodo». Tanto giustifica la declaratoria di parziale illegittimità costituzionale dell’art. 116, co. 1, c.c. (Anna Costagliola)

 

 
  Lo schifo dell'oggi...  
 
Abbiamo più volte ricordato come il Parlamento si sia ridotto ad una "associazione per delinquere" o giù di lì. Le diverse "parti" politiche sono il classico "specchietto per le allodole". Gli ultimi atti sono davvero infami. Si colpisce gli ammalati con vergognosi balzelli e i pensionati con tagli e riduzioni, ma loro, gli infami, la "casta" eletta con liste bloccate, che fanno ? Si aumentano lo stipendio di 1200 Euro mensili !!!  E i falsi "autonomisti" della Lega Nord  che fanno ? Si "autofinanziano" sulle spalle degli ultimi... Quanto ha ragione il Profeta di Barbiana , che proprio 45 anni or sono ( 31 Luglio 1966) mi disse: "... non farti illusioni ... scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica arriveranno a livelli di incredibile bassezza."  Grazie per l'attenzione. Alessandro Mazzerelli.
 
 
  Per chi crede ancora che la lega nord intenda contrastare l’invasione….  
 

 

 

La lega getta definitivamente la maschera!

L’invasione extracomunitaria deve essere in realtà sostenuta se è funzionale ad importare nuovi schiavi da sfruttare ed abbassare il costo del lavoro!

 

Il Ministro dell’Interno è stato chiarissimo a questo proposito:

IMMIGRATI: MARONI, NO LIMITI NUMERICI PER CHI ENTRA CON CONTRATTO LAVORO
(ASCA) - Trento, 3 giu - ''Togliere i limiti numerici'' per gli immigrati che vogliono entrare in Italia disponendo di un contratto di lavoro. Lo ha detto al Festival dell'economia di Trento, il ministro dell'interno Roberto Maroni. ''Non ci siamo ancora arrivati, ma ci riusciremo'' ha aggiunto Maroni, sottolineando che legare l'ingresso al contratto di lavoro ''e' un principio assolutamente corretto e fondamentale per regolare gli ingressi''.

 

Solo il MAT esige il blocco totale dell’immigrazione.

Solo il MAT denuncia da più di 20 anni il più grave delitto contro i Toscani e contro i nostri Ultimi.

Solo il MAT da più di 20 anni si oppone ai criminali globalisti che vogliono la distruzione dell’Identità dei Popoli.

 

 

Movimento Autonomista Toscano