NUMERI ARRETRATI

 
 

Edizione 2011

 
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ANNO XXII N. 26 (2011) 

EDIZIONE ON LINE

Registrato al Tribunale di Firenze il 24 Aprile 1990 al n. 3961. Casella Postale 1215 - 50100 Firenze

direttore ALESSANDRO MAZZERELLI

 
 
  UN CONTRADDITTORIO  
 

Egr. Socci,


 come farLe capire le mie inclinazioni? Proviamo così: ritengo
 fondamentale il Suo testo de “I nuovi perseguitati”; ritengo doveroso
 appoggiare la Sua battaglia contro il c.d. Testamento biologico;
 ritengo prezioso il Suo lavoro sulla persecuzione di Don Bosco (fine
 anni '80!).
 nonostante sia dato questo “perimetro di gioco”, mi permetto di
 contestare la Sua seguente dichiarazione:

 “D’altra parte il Regno dei Savoia è sempre stato cattolicissimo.
 Con la restaurazione fu l’unico regno italiano, insieme allo Stato
 pontificio, ad abolire il Codice napoleonico: “la dinastia sabauda”
 scrive De Leonardis “aveva dato alla Chiesa cinque beati e vantava
 titoli di fedeltà al Cattolicesimo che fino al 1848 erano forse
 superiori a quelli dei Borbone e degli Asburgo; a differenza di questi
 ultimi i sovrani sabaudi non si erano compromessi con le idee
 illuministe e massoniche”.
 Sarà l’ultimo re d’Italia infine a donare alla Chiesa la più preziosa
 delle reliquie: la Sindone.
 Che l’unificazione d’Italia sotto il re sabaudo – con Cavour – abbia
 preso la forma di un conflitto contro la Chiesa è una di quelle
 tragedie storiche che probabilmente nessuno volle in maniera
 deliberata.

 Basti pensare che il Regno sabaudo nel suo Statuto proclamava il
 Cattolicesimo come sua religione ufficiale.

 E poi c’è anche il cattolicesimo di molti patrioti (come il Pellico) e
 infine il fatto che lo stesso Pio IX era un entusiastico sostenitore
 dell’unificazione nazionale (per via federale).”
 Lo Straniero, 13.II.11. NDR : sottolineatura del sottoscritto


 al giorno d'oggi, esistono ancora fior di tomisti che, difendendo le
 interconnessioni tra reale, razionale e linguaggio, potrebbero fare a
 pezzi quanto sto per dire (e, pensando ad una Loro eventuale
 Consulenza Tecnica d'Ufficio sul punto, già mi tremano le vene e i
 polsi..............
 un po' anacoluto, ma efficace.). Visto ciò, sostengo che la
 definizione del Cattolicesimo quale religione di stato nel Regno
 Albertino sia una MERA concessione alla tradizione, SVUOTATA DI OGNI
 SOSTANZA. Argomento questo assunto:
 giuridicamente, perchè tale riconoscimento non impedì le leggi
 Siccardi ((spoliazioni varie e soppressione degli Ordini
 Contemplativi). A tal proposito, specifico che uno statuto
 ottocentesco ha la forza di legge ordinaria, sempre e comunque
 riformabile da leggi successive;
 in via analogica,, perchè la Costituzione dell'Urss riconosceva la
 libertà religiosa per tutti (ed infatti s'è visto...............);
 in via subordinata ed alternativa (come aut-aut), qualora sia
 riconosciuta l'onestà di fondo dello Statuto Albertino nei confronti
 del Cattolicesimo (ma al momento attuale non ne vedo le prove),
 continuo a sostenere che tale espressione formale naufragò di fronte
 ai fatti successivi.
 ( come dite? in questo anche la Repubblica italiana non è messa tanto
 bene? Beh,....................)

 cordialità sincera ( sperando sempre in buone notizie su un difficile
 “Vietnam” che, ahimè, la vede
 impegnato)


Giuseppe Corsi Firenze, 5.III.11

 
  I Toscani devono sapere...  
  Tutto quello che i toscani hanno il Diritto di sapere, e che pochi
hanno il CORAGGIO di DIRLO,sulla falzariga Dell'Unità D'Italia

La provincia di Bolzano non festeggerà i 150 d'Italia perchè non ha
scelto di far parte dell'Italia.

La Toscana non scelse nemmeno di far parte del Piemonte.
Il plebiscito fu fatto in modi molto dubbi utilizzando i poveri
mezzadri ,contadini, stagionali, commercianti ,artigiani barrocciai,
ed analfabeti.
Si trattò solo di una azione fatta di concerto tra emissari piemontesi
e nobili toscani,i quali in quel momento avevano più interesse
economico a far parte del Piemonte che del sistema austriaco.Il popolo
toscano non contava niente ed oggi anche meno .
Con l'Unità D'Italia Livorno ha perso il Privilegio di Porto Franco,
perdendo i più importanti traffici commerciali di tutto il Mondo,
favorendo altri scali Italiani e portando il declino della nostra
Città.
Faccio presente per chi non ne fosse a conoscenza che prima dell'Unità
D'italia Livorno era la settima Città più ricca D'Italia.
Tutto questo non vi crea una riflessione se per noi era meglio prima ?
Sarebbe curioso oggi ricreare i presupposti per organizzare un
plebiscito autonomista dove il toscano si differenzia dagli altri
abitanti della penisola italica, per lavoro ,prececenza per la casa,
assistenza sanitaria lavoro giovanile, impresa giovanile e lotta alle
varie mafie che stanno infiltrandosi nella nostra regione.
Sarebbe giusto prendere come esempio L'Austria la Francia come sarebbe
natura del toscano se fosse solo, ma di un vero federalismo non
certo quello proposto dalla
Lega Nord che è solo un timidissimo inizio di un percorso
federalista. Potremmo adottare anche quello Tedesco o Americano .
Durante le manifestazioni di piazza ho visto un veneto ed un lombardo
che inneggiavano in lingua tedesca al ritorno delle loro terre
all'Austria!!
Da qui si evidenzia quanto la Lega nord fa fatica a tenere
nell'Italia accentratissima ed unitissima verso Roma una base del nord
estremo che vuole anche adesso la secessione.
Pochi sanno delle storie manipolate delle Ghinee inglesi che
conquistarono la Sicilia nel 1860 ,che spianarono la strada a
Garibaldi con i suoi 1000 garibaldini ,senza bisogno di sparare un
solo colpo di fucile.
Non sono contro l'unità di quasto paese che spesso è stato salvato
dall'esterno....Vorrei che le nazioni della penisola avessero una vera
autonomia ed un vero contratto di stato federale con Roma, in tutti i
sensi.
I tempi sono cambiati non siamo più i mezzadri del 1859 i risultati
poi li abbiamo davanti agli occhi e siamo in grado di riflettere.
Da quando si sono insediate le giunte di sinistra le province sono
moltiplicate, compreso i comunini di 500 abitanti.
Con questo sistema ,come possiamo pensare ad un vero federalismo?
Ma ci faccia il piacere' diceva il principe de Curtis in arte Totò.
 
  Per ridere un pò....  
 

Egr. Mazzerelli,
       perchè non prendiamo la cittadinanza tunisina ed andiamo tutti
a vivere nel villaggio siciliano per rifugiati politici? se, però, mi
mettono
 per vicino di casa un tizio che, come ciriaco demita, si colloca tra
gli ultimi eurodeputati per frequenza di assemblea, stavolta faccio
gazzarra

 
  Ebbene sì, sono un traditore     
  Antonio Di Pietro ha dichiarato: “Chi è contro l’Unità d’Italia è un traditore”. Io sono un traditore. L’Italia migliore e più vitale è stata quella preunitaria. L’Italia dei Comuni, delle Repubbliche Marinare, dei Granducati. L’Italia-laboratorio dove, con l’affermarsi, a Firenze e nel piacentino, di una forte classe di mercanti (che oggi si chiamano imprenditori) ha avuto inizio la Modernità. L ’Italia della grande letteratura, Dante, Petrarca, Cavalcanti, Boccaccio, poi il Tasso e l’Ariosto su su fino a Foscolo, Manzoni, Leopardi. L’Italia della grande arte, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Caravaggio, Tiziano, Tiepolo. L’Italia delle cattedrali, delle chiese, delle pievi, dei borghi e del suo straordinario paesaggio (oggi ampiamente e unitariamente sconciato) che sono poi i motivi per cui i turisti stranieri vengono ancora da noi.

L’Italia unitaria, dal punto di vista culturale, ha avuto ancora un buon periodo ai primi del Novecento, con le avanguardie, la grande stagione delle riviste, La Voce , La Ronda , La Cerba , il Leonardo e durante il fascismo, dove fummo primi in un settore modernissimo quale il design industriale. Sul secondo dopoguerra, cinema e qualche eccezione a parte, è meglio stendere un velo pietoso.

Politicamente l’Italia unita ha fatto due guerre. Una l’ha vinta cambiando alleato, nell’altra ha sbagliato alleato e l’ha persa nel più ignominioso dei modi spaccando, in questo caso sì, il Paese in due. Piazzale Loreto resta, simbolicamente e concretamente, una vergogna indelebile. Nel dopoguerra, a parte l’euforia della ricostruzione (è facile essere felici quando si è salvata la pelle), è stato un disastro, soprattutto a partire dalla fine degli anni Sessanta. Siamo l’unico Paese al mondo ad avere quattro mafie (quella propriamente detta, la camorra, la ‘ndrangheta, la Sacra Corona Unita), ai primissimi posti per la corruzione, svuotati di ogni contenuto che non sia materiale e di ogni valore che non sia il Dio Quattrino. Che cosa dovremmo celebrare, presidente Napolitano?

Lo Stato nazionale, come ogni costruzione umana, non è eterno. Ha avuto la sua funzione in un determinato periodo storico. Nacque, in Europa, per motivi di difesa ed economici perché l’infinità di dazi danneggiava quel libero mercato che proprio allora stava prendendo piede. Ma oggi, in Europa, nessuno Stato nazionale è così grande e forte da poter assicurare da solo la propria difesa, né così piccolo e coeso da poter dare risposta alle esigenze identitarie che, in epoca di globalizzazione, si fanno sempre più impellenti. In quanto al commercio non solo non ci sono più dazi ma, in Europa, nemmeno confini.

Quando l’Europa sarà politicamente unita, gli Stati nazionali perderanno ogni ragion d’essere. I suoi punti di riferimento periferici non saranno più gli Stati, ma le “macroregioni”, cioè aree geografiche economicamente, socialmente, culturalmente e climaticamente coese, che potranno anche superare gli attuali confini nazionali (non si vede perché non dovrebbero unirsi, per esempio, la Savoia e la Valle d’Aosta, il Tirolo con l’Alto Adige e il Trentino, la Riviera di Ponente con la Costa azzurra e la Provenza ). Quelli che andiamo quindi gloriosamente a celebrare sono i 150 anni di un’istituzione morente.

Massimo Fini     

 

 
  ...le porcate dell'insigne corte  
 

Egr. Mazzerelli, si parla di dicembre scorso ma la cosa è sempre
grave. qualora non abbia preso oszione in merito, le invio quanto
 segue, tratto dalla newsletter del sito "mio legale":



La violazione dell’ordine di espulsione o di allontanamento va punita
 come reato solo in assenza di giustificati motivi. Incostituzionale
 l’art. 14, comma 5-quater del TU immigrazione.

 La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale
 dell’art. 14, comma 5-quater, D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 (Testo
 unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e
 norme sulla condizione dello straniero), come modificato dall’art. 1,
 comma 22, lettera m), L. 15 luglio 2009, n. 94 (Disposizioni in
 materia di sicurezza pubblica), nella parte in cui non dispone che
 l’inottemperanza all’ordine di allontanamento, secondo quanto già
 previsto per la condotta di cui al precedente comma 5-ter, sia punita
> nel solo caso che abbia luogo “senza giustificato motivo”.

 «La disposizione censurata [art. 14, comma 5-quater, del decreto
 legislativo 25 luglio 1998, n. 286 Testo unico delle disposizioni
 concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione
 dello straniero] prevede che lo straniero destinatario di un ordine di
allontanamento emesso in applicazione dell’ultima parte del precedente
 comma 5-ter – cioè in esecuzione del decreto di espulsione adottato
 dopo l’inottemperanza ad un precedente ordine di allontanamento – sia
 punito con la reclusione da uno a cinque anni. Rispetto al citato
 comma 5-ter, che sanziona l’ipotesi di inosservanza del primo ordine
 di allontanamento, la norma in oggetto, introdotta dalla legge n. 94
 del 2009, presenta due elementi di differenziazione. Da una parte la
 pena è aumentata nel suo valore massimo (cinque anni di reclusione, in
 confronto ai quattro previsti dal comma precedente), dall’altra non è
 riprodotta l’espressione «senza giustificato motivo», presente invece
 nella norma incriminatrice contenuta nello stesso comma 5-ter.

 Questa Corte ha inquadrato la clausola del “giustificato motivo” tra
 quelle «destinate in linea di massima a fungere da “valvola di
 sicurezza” del meccanismo repressivo, evitando che la sanzione penale
 scatti allorché – anche al di fuori della presenza di vere e proprie
 cause di giustificazione – l’osservanza del precetto appaia
 concretamente “inesigibile” in ragione, a seconda dei casi, di
 situazioni ostative a carattere soggettivo od oggettivo». Tale
 clausola, pertanto, nella ricorrenza di diverse eventualità di fatto
 (estrema indigenza, indisponibilità di un vettore o di altro mezzo di
 trasporto idoneo, difficoltà nell’ottenimento dei titoli di viaggio,
 etc.), “esclude la configurabilità del reato” (sentenza n. 5 del
 2004).

 […]

 Come questa Corte ha già rilevato, il legislatore ha ritenuto di
 assegnare rilievo a difficoltà che comunemente accompagnano la
 necessità per lo straniero di dare esecuzione in tempi ristretti ad un
 ordine che sostituisce la forma ordinaria di esecuzione forzata del
 decreto espulsivo. Tali difficoltà non si atteggiano diversamente nei
> casi regolati dalle due fattispecie poste a raffronto.

 È manifestamente irragionevole che una situazione ritenuta dalla legge
 idonea ad escludere la punibilità dell’omissione, in occasione del
 primo inadempimento, perda validità se permane nel tempo, senza
 responsabilità del soggetto destinatario dell’ordine di
 allontanamento, o che il verificarsi di una nuova situazione ostativa,
 in sé e per sé idonea ad integrare l’ipotesi di un “giustificato
 motivo”, sol perché intervenuta in un secondo momento, non abbia
 rilevanza ai fini del suo riconoscimento come elemento negativo del
 fatto di reato. Il punto centrale della disciplina, nella prospettiva
 in cui si colloca lo stesso legislatore, è la possibilità, in
 concreto, di giudicare esigibile l’osservanza dell’ordine di
 allontanamento.

 Questa Corte ha negato che «l’inserimento nella formula descrittiva
 dell’illecito della clausola “senza giustificato motivo” sia
 indispensabile al fine di assicurare la conformità al principio di
 colpevolezza di ogni reato in materia di immigrazione» (sentenza n.
 250 del 2010). Tale precisazione impone di valutare con particolare
 attenzione le fattispecie che si pongono a confronto.

 Nel caso oggetto del presente giudizio si deve osservare che, una
 volta inserita tale clausola in riferimento ad una data condotta, la
 circostanza che il “giustificato motivo” sia riscontrabile in plurime
 occasioni o venga in evidenza per la prima volta in seguito ad un
 successivo ordine, non muta la sua attitudine, a parità di condizioni,
 ad escludere la rilevanza penale del comportamento dell’inosservante.
 Se una particolare situazione è tale da giustificare il mancato
 allontanamento entro cinque giorni, non si vede perché la
 considerazione giuridica della stessa debba mutare radicalmente per il
 semplice fatto che la situazione permanga, si ripresenti o insorga in
 occasione di un successivo ordine di allontanamento.

 Inibire al giudice di valutare se le ragioni addotte dall’interessato
 possano rientrare nella previsione legislativa, significa ritenere il
 comportamento assolutamente ingiustificabile ex lege, per il semplice
 fatto che la situazione ostativa venga allegata a seguito di un
 successivo ordine di allontanamento, con la conseguenza di far
 ridondare sulla stessa configurabilità del reato valutazioni che –
 secondo la discrezionalità del legislatore – possono semmai incidere
 sulla maggiore o minore severità della pena».
 (estratto della sentenza)
 Sentenza integrale: Corte Costituzionale, 17 dicembre 2010, n. 359

 ps: lei capisce che tale "giustificato motivo" è come la trippa: basta
tirare.........................................


 
  BARBERINO: “ E’ cascata nelle inutili scalette di Piazza delle “cadute”…. Si è fatta molto male…. Si arrangi. “   Si vergognino…  
 

  Francamente, l’ultimo Consiglio Comunale dell’anno non poteva finire peggio. Non entro, ovviamente, nel merito dell’intero dibattito, soffermandomi soltanto all’ordine del giorno : “Mancato pagamento dei danni morali e materiali alla signora Nerini Maria, caduta rovinosamente a terra, in conseguenza della invisibilità di Piazza Cavour”, che porta la mia firma.  La questione delle invisibilità delle scalette di Piazza Cavour a Barberino è ormai argomento arcinoto, ma per comodità di chi legge lo sintetizzo nuovamente. Ancor prima della inaugurazione, mi resi conto del grave rischio che correvano le persone sbadate, anziane e handicappate e sollevai formalmente il problema. Il sindaco Zanieri dapprima mi irrise, sostenendo che non  si trattava delle Scalinate di Trinità dei Monti in Roma, poi, quando le persone caddero a decine, ci ripensò e - con  indubbia correttezza - riconoscendo che avevo ragione, transennò il pericolo. Poi fece mettere nel mezzo alle scalette  un corrimano, ma la gente continua a cadere… Sia detto con chiarezza, a mio avviso, se le scalette fossero state impiantate in un giardino pubblico, anziché della piazza centrale del paese, la cosa sarebbe stata anche graziosa e  accettabile, ma lì, quelle scalette sono un atto di  irresponsabilità della passata amministrazione. Tanto è vero che il sindaco Carlo Zanieri  si dice  deciso a rimuoverle, ma, non del tutto a torto, si domanda: “Come faccio a far comparire una nuova spesa, su un lavoro appena compiuto ?”  Io credo che non si tratterebbe di una grande spesa, basta togliere gli scalini più alti, per tre metri di lunghezza, mettere al suo posto un leggiero scivolo, ovviamente sempre in pietra,  aggiungendoci una gradevole freccia, che so io… in ferro battuto che indichi da dove passare.

 

 

  Ma torniamo al caso della Signora. Maria che, dopo il grave incidente, si rivolge al comune , ove le persone “cadute” che hanno avuto il “coraggio” di richiedere i danni risultano solo cinque. Capite, ci vuole “coraggio”, nel 2011, per potersi difendere !!!!  Non conosco i loro nomi e non si sono rivolte a me, altrimenti da “milaniano” le avrei difese, senza se e senza ma, fregandomi altamente di chi sono e di come votano… Nella discussione, anzi in anticipo, la prima cosa che mi è stata contrapposta, anziché entrare nel merito, è che avrei violato la privacy della Signora facendone il nome.  Ma che c… si dice!  Io la Signora non la conosco, non l’ho mai vista, ma i documenti dei gravissimi danni che gli sono stati causati e che mi sono stati volontariamente e liberamente consegnati sono autentici. Sfido chiunque a dimostrare l’inverso! Sulla “questione privacy” intendiamoci subito. E’ comprensibile il riserbo verso un ammalato, verso le birbonate di un minorenne, verso un minorato, ma, verso un incidente di cui la Signora Maria  non ha assolutamente niente di cui vergognarsi, è una brutale e meschina concezione, frutto della  ipocrisia del “politicamente corretto”, cioè dell’ ipocrisia di chi vuol coprire il sudicio e il laido del suo privato… che certamente niente hanno a che vedere con le cadute involontarie di Barberino…  Ma questa era solo una scusa per non affrontare il problema. Infatti la sostanza del discorso è che l’Assicurazione per le Responsabilità Civili del Comune non intende pagare. I motivi non li conosco e  non mi sono stati detti.  A quel punto non mi rimaneva che fare una proposta “provocatoria” ma certamente concreta. Visto che l’Amministrazione non vuol aprire un contenzioso contro le sicure inadempienze dell’Assicurazione1 , ho proposto che ogni consigliere, più assessori e sindaco, versassero cento euro per rimborsare l’infortunata di almeno, in parte, le spese sostenute, visto che il dolore e la sofferenza non si può quantificare e l’ “assicurazione” non vuol ristorare…  Apriti cielo! “ Non si può! , Non si deve ! “ E’ una proposta irresponsabile” . “Così facendo, verrebbe gente in fila a chiedere contributi di ogni genere…” Invano, ho fatto presente che si trattava di una persona anziana.  Riecco immediatamente la privacy.  Ah sì, non si può nemmeno dir questo e allora diciamo tutto !  Sì, è una persona anziana, nata in un anno lontano a Barberino, che decine di migliaia di volta ha attraversato la “sua” piazza e lo fece anche una mattina dell’inverno scorso. Forse, ma non lo so, non la conosco, ma posso immaginare… pensava al nipotino, al marito malato, alla spesa, ma ecco la trappola del “suo” comune, che per la vanagloria di qualche testa di c… ha piantato le scale in mezzo alla piazza. Lei, povera donna, non ne ha “memoria storica” e cade rovinosamente, si fa molto male. Ricorre fiduciosa e con “coraggio” al “suo” comune, pensa : “Almeno mi renderanno quel che ho speso … a parte le sofferenze…” La risposta dell’Assicurazione comunale, non è nemmeno una riposta  è semplicemente un no, come lo è quella del suo comune. Vergogna ! Vergogna ! Chiudo ringraziando formalmente Lascialfari Emiliano della Lista Civica che ha votato l’ordine del giorno,  ma voglio, in particolare, ringraziare anche una giovane consigliera del Pd, la quale, ricordando che anche la sua mamma era caduta, ha trovato la dignità e la correttezza di astenersi.

 

Alessandro Mazzerelli

Capogruppo PdL

Presidente del MAT- Lega Autonomista Toscana

Barberino di Mugello, 22 dicembre 2010



1  La mia età e l’esperienza mi porta a ricordare che, quando ero un funzionario dell’Ufficio Legale del comune di Scandicci, dovevo registrare decine di richieste di Imprese Assicuratrici, le quali, anche fuori bando, si proponevano di assicurare il Comune con tutti i mezzi… Ci siamo capiti ?  Oggi i Comuni riescono con molta difficoltà a trovare chi li Assicura. Che è successo ? Semplice, la gente ha imparato a difendersi  e le “paure” calano, insieme ai sordidi interessi delle Compagnie…