NUMERI ARRETRATI

 
 

Edizione 2010

 
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  PRIMO TRIMESTRE  
       

 

 

ANNO XXI N. 22 (2010) 

EDIZIONE ON LINE

Registrato al Tribunale di Firenze il 24 Aprile 1990 al n. 3961. Casella Postale 1215 - 50100 Firenze

direttore ALESSANDRO MAZZERELLI

 
 
     
     
  Il MAT batte la Lega Nord ad Orciano  
  Pochi voti , senza dubbio . Ma un dato politico fondamentale: il simbolo del MAT-Lega Autonomista Toscana , quando riesce  a presentarsi in barba a sottoscrizioni e soglie di sbarramento, batte sempre la Lega Nord . E in un panorama consistente di crescita della Lega Nord (partito falsamente autonomista) , il centrodestra dovrebbe prendere
esempio da Orciano se non desidera diventare subalterno alla   Lega. Noi crediamo nel progetto del centrodestra e a   differenza della Lega Nord Padania la nostra stella polare rimane il conseguimento dell'autonomia politica per la Toscana che desideriamo diventi una regione a statuto
speciale come il SudTirolo. Non vogliamo cioè anteporre ai nostri ideali la ricerca di poltrone e posti di sottogoverno per "personaggi in cerca d'autore" .
Per il resto si conferma che in questa fase politica alla Lega va un voto di protesta contro l'immigrazione che proviene da AN : un bacino elettorale altamente fluttuante che viene "drenato" dal PDL . In Toscana la Lega non ha alcun proposito federalista ma anzi con questi numeri ormai si propone come un sostituto di Alleanza Nazionale : un partito che ha fatto del centralismo la propria bandiera.
 
  Ennesimo esempio di quanto la Lega Nord Toscana predica bene e razzola male……  
 

Figlia ex clandestino da' voce al Carroccio


La ragazza, 23 anni, è l'addetta stampa della Lega Nord in Toscana

FIRENZE - Il padre era arrivato in Italia dall'Albania in clandestinità; espulso, è poi tornato con un regolare permesso di soggiorno. Lei, Edlira Mamutaj, 23 anni, tesi in stesura per la facoltà di giornalismo, è l'addetta stampa della Lega Nord in Toscana. La sua 'biografia' non le ha impedito di diventare portavoce del Carroccio nelle battaglie contro gli immigrati clandestini, così come a favore del federalismo. Con l'avanzata della Lega sotto la linea del Po, il Carroccio accoglie migranti tra le sue fila anche in Toscana. A Pietrasanta, ha candidato alle comunali Tahani Alkhouri, 49 anni, giordano. E il partito pensa anche ad aiutare gli extracomunitari: nella vicina Massa, un pool di avvocati leghisti ha aperto uno sportello di assistenza legale. Per Edlira, nulla di cui sorprendersi. "Per quanto se ne può dire, il Carroccio non è contro gli immigrati - osserva -, non vuole, giustamente, che in Italia ci siano clandestini... Mio padre? Lui, quando venne preso e gli venne dato il foglio di via, se ne tornò in Albania". Parla con grande rispetto del padre sottolineando ciò che lo distingue dagli "immigrati che la Lega vuol mandare a casa, quelli che delinquono e che non lavorano. Il partito di Bossi è contro chi rifiuta l' integrazione e non rispetta le leggi italiane".

Il padre di Edlira tornò con un regolare permesso di lavoro, grazie ad alcuni parenti. Nel 2000 ha ottenuto il ricongiungimento e ha fatto venire in Italia la moglie e i due figli, fratello e sorella. Edlira aveva 14 anni, ha studiato, si é iscritta all'università: oggi collabora con il giornale di partito 'La Padania' e lavora con Marco Gargini nell'ufficio stampa del Carroccio. Il suo e quello della sua famiglia è un perfetto esempio di integrazione. "La Lega Nord non è razzista e dà ascolto a quelli come noi.

E' anche per questo motivo che io mi sono trovata subito bene con i leghisti". Edlira, che parla un italiano perfetto con accento fiorentino, si sorprende dello stupore altrui. "Io voglio dare voce a quelle persone che vengono in Italia per integrarsi e che parlano la nostra lingua - spiega -. Questo vuole la Lega, nell'interesse degli stessi immigrati e nell'interesse degli italiani. Lavoro per far crescere la Lega: con lei crescono anche le aspettative di tutte quelle persone come me". La giovane albanese ha un sogno: "Diventare giornalista e poter raccontare le storie vere dei partiti. Anche sulla Lega si dicono raccontano tante, forse troppe, inesattezze".

 
 
  IL GRAVISSIMO CASO DELLA SIGNORA VIRGILI GIUSEPPINA ,  TOSCANA DI EMPOLI, ANNUNCIA  LA TRAGEDIA PROSSIMA VENTURA DI TUTTI I TOSCANI ?  
  Il caso della Signora Virgili Giuseppina è emblematico sul futuro prossimo venturo di  gran parte dei Toscani.  La Signora è la titolare di una piccola azienda che definisce lei stessa  “microimpresa”,  una di quelle ditte artigiane che facevano grande la Toscana di una volta… Ovunque -  tutta la Toscana -  è un cimitero di artigiani che hanno chiuso: da San Frediano a  Prato, da Prato a Empoli eccetera…  La ditta si chiama “ISHTAR”  e produce abbigliamento, con l’arrivo invasivo dei cinesi - grazie al noto appello a promuovere l’invasione extracomunitaria manifestato al Festival Nazionale de “L’Unità” del 1988 – da noi più volte “scientificamente dimostrato” -  le Ditte tipo quelle della ignora Giuseppina vanno a catafascio.  Dice:  “A me una maglia artigianale, di quelle che non  rovinano la cute di chi l’indossa, costa quaranta euro, ai cinesi, che mettono il falso marchio “made in italy”  solo  otto”.  La Signora dice certamente il vero e il modo per ottenere quei prezzi lo conosciamo benissimo … E’ quello tollerato da decenni  nei capannoni - laboratori clandestini -  esentasse e con manodopera ridotta in schiavitù… Ad un certo punto la Signora Virgili non ce la fa più, c’è chi non paga  e chi vuol i soldi subito e senza sconti…  A questo punto si rivolge al credito, ma a loro dire non ha  “garanzie”  e nessuno gli da niente… Si rivolge anche alle banche  che  hanno sottoscritto il  patto antiusura” … niente.  Alla fine è costretta a rivolgersi alla “caritas” , gli danno qualche buono pasto , ma non di più, essendo oberati dalle richieste degli extracomunitari… Cerca di fare la badante, ma viene sopraffatta dalla “concorrenza”  straniera … Di trovare lavoro, a 52 anni, nemmen parlarne… L’ultima spiaggia  è pensare di vendere un rene della figlia Eleonora !!!!.   Si può andare avanti così… penso proprio di  NO!!! .  Altro che liste concordate da una laidissima casta di farabutti, nullafacenti, puttanieri e ladri !  

P.S.:  Per chi potesse aiutarla, ci contatti tramite e-mail.

 
  L'Italia delle autonomie locali.

Articolo tratto dal sito dei fratelli econazionalisti dell’associazione Domà Nunch
 
  Quindi anche nel medioevo c'erano spazi di libertà e di autonomia (non solo sfociata nel fenomeno tipicamente italico dei comuni), pur essendo le guerre e la prepotenza degli eserciti, condizione normale in cui versava la nostra penisola, a causa soprattutto delle ingerenze e degli appoggi delle grandi potenze straniere, che da sempre ambivano a possedere porzioni di territorio italico, sia per la sua ricchezza materiale (prodotta dall'abilità dei suoi abitanti), la fertilità delle sue terre,  per le sue bellezze naturalistiche, per la sua posizione strategica.
Il medioevo finì e si transitò nel Rinascimento, come si è convenuto storicamente con la scoperta ufficiale dell'America nel 1492, ed a quell'epoca la penisola era suddivisa in decine di Marchesati, Ducati, Principati, Repubbliche e Regni (perlopiù dominati da dinastie straniere), alcuni autonomi oppure stati “cuscinetto”.
Alcuni di questi territori rimasero più o meno integri ed autonomi fino alle conquiste napoleoniche ed anche oltre, fino all'Unità d'Italia. Permasero per secoli cambiando solo le dinastie regnanti, ma rimanendo forti nelle loro identità storico culturali, come dimostrano ancor oggi frequenti progetti di promozione turistica da parte di agenzie turistiche specializzate locali (anche di livello regionale o nazionale), che si fondano sul richiamo storico-culturale e simbolico di queste lande e regni preunitari per attirare i turisti (soprattutto ricorrendo alle rievocazioni storiche e valorizzazioni di eventi epici), che senza una partecipazione attiva e condivisa della popolazione locale, rimarrebbero progetti effimeri, lettera morta, fallimentari. Se invece alle vestigia storiche si unisce la fierezza di appartenenza a quelle terre ed un minimo di conoscenza e consapevolezza storica, unitamente al calore umano ed alla cultura dell'accoglienza, ecco che allora le possibilità di successo si ampliano e si consolidano.
Quindi si dovrebbe riprendere come modello di riferimento politico istituzionale la dimensione e possibilmente la storia identitaria dei molteplici stati preunitari. Del resto anche se si guarda oltre confine, sono sempre gli stati di modeste dimensioni quelli dove la qualità della vita a livello di servizi sociali e di democrazia applicata è la migliore. Personalmente posso citare i casi della Costa Rica, che avendo rinunciato alle Forze Armate ha puntato principalmente sull'istruzione e la sanità, e successivamente sulla protezione dell'ambiente, raggiungendo il 30% di aree protette e facendo dell'ecoturismo la prima voce di reddito per la popolazione, o il caso della Slovenia, considerata la Svizzera dei Balcani, riuscita ad evitare la guerra dei Balcani del decennio scorso, ricoperta da una folta foresta promuove anch'essa un turismo di qualità che si fonda soprattutto sull'ambiente incontaminato, e per ultimo il Montenegro, stato recentemente divenuto autonomo, ma già da anni improntato anch'esso all'ecologia ed al turismo, con paesaggi da sogno, anche se purtroppo l'impegno ecologico rimane perlopiù teorico. A livello demografico andiamo dai 3,5 milioni di abitanti della Costa Rica, ai poco più di due della Slovenia allo 0,7 milioni del Montenegro, con superfici simili ad una nostra regione o al massimo ad un paio, giuste dimensioni per potersi rapportare politicamente, partecipando attivamente alla sua evoluzione.
Sono infatti tutti quanti stati ad elevata socializzazione, in particolare la Costa Rica, dove il calore umano si percepisce in maniera palpabile ed indelebile. In molti invece, citano come alternativa da imitare, gli esempi di stati di modestissime dimensioni, come San Marino o il Principato di Monaco, ma non fanno testo per le mie proposte, perché la loro ricchezza si fonda su altri fattori, non sempre e facilmente riproducibili,  e le loro dimensioni sono troppo modeste per essere prese a modello di riferimento da riproporre con credibilità anche in altri contesti.
Personalmente come modello di riferimento (anche se ultimamente è leggermente scaduto, forse perché lentamente contaminato dalla vicina Italia e dalla crisi finanziaria internazionale in corso…) ricorro spesso alla Svizzera. In Svizzera hanno solo sette ministri (loro li chiamano Consiglieri) di cui uno a turno annuale fa il presidente, e le donne sono spesso pari o addirittura superiori come numero agli uomini. Quando un ministro non è gradito glielo dicono senza mezzi termini, lo sfiduciano e lo sostituiscono in tempi brevi. Lo stesso avviene per qualsiasi alta carica dello stato e delle istituzioni confederate, al minimo sgarro o scandalo (che da noi farebbe sorridere) o danno le dimissioni o sono sfiduciati … il senso dello Stato è al primo posto dei sentimenti di tutti i politici, ed anche quando fanno qualcosa che non è gradito agli elettori, i cittadini indicono un referendum, che a differenza che in Italia, sono frequenti ed hanno potere decisionale, nel senso che determinano le scelte politiche e sono immediatamente efficaci … mentre in Italia sono divenuti delle burle cui non crede più nessuno, perché la classe politica (casta - partitocrazia) temendoli, ne ha inficiato la credibilità in tutti i modi, abusando della tolleranza e dell'ignoranza degli italiani. Tolleranza di quel quinto della popolazione, che in base alle ricerche sociali risulta essere il più colto ed informato, ed ignoranza dei quattro quinti, che sempre in seguito alle recenti ricerche sociali risulta essere semianalfabeta (o analfabetismo di ritorno), pare non leggano mai nulla di minimamente impegnativo (meno che mai i libri) e pare attingano solo dalla televisione le loro informazioni e nozioni, per cui si comprende la degenerazione a cui siamo pervenuti con processi di delega non solo politica ma anche della facoltà analitica e di pensare, e si capisce il perché i politici italiani siano i peggiori del mondo occidentale ed industriale, privi del senso del pudore, della misura, della dignità, ecc. ...
Quindi il modello di riferimento a livello macro politico per me rimane la Svizzera, cioè uno stato confederato basato sulla democrazia diretta (come lo fu Atene nel V° secolo A.C.), suddiviso in Cantoni che mantengono un'ampia sovranità, delegando al governo federale solo alcune funzioni. Governo per altro composto da poche persone e tenute sotto stretta osservazione dagli elettori e applicando tra di loro la rotazione dell'incarico di Presidente.
Il modello cui auspico, dovrebbe disporre di un istituto referendario fortemente potenziato ed agevolato, anche con il ricorso alla tecnologia, purché certificata ed autenticata, scevra da rischi di manipolazione. In una struttura del genere la PARTITOCRAZIA è destinata a scomparire non avendo più alcuno spazio di manovra, perché prevarranno le istanze della società civile per il tramite soprattutto di liste civiche, movimenti ed associazioni, che sceglieranno i rappresentanti dei comuni e dei Cantoni. Le poltrone saranno ridotte ai minimi termini come pure i privilegi e le rendite da posizione (che in pratica scompariranno), le retribuzioni subiranno un drastico ridimensionamento.
In Italia attualmente sappiamo tutti come sia degenerata la suddivisione politica delle competenze e dei poteri, frutto perlopiù di una politica clientelare e spartitoria, accentuata negli ultimi decenni a causa del predominio della PARTITOCRAZIA, che ha moltiplicato gli enti pubblici, locali e territoriali, monopolistici ed oligopolistici, per distribuire poltrone e prebende ad una moltitudine di personaggi al servizio dei partiti, perlopiù incapaci ed incompetenti, prodighi nel fare danni e nell'abusare del potere loro concesso, creando complessivamente una situazione paradossale, parassitaria parossistica, gravemente discriminatoria e sperequativa, che non ha precedenti ed eguali nella storia d'Italia e del mondo.
Solo in rarissimi casi qualche provincia o regione corrisponde per grandi linee a quanto sussisteva storicamente e culturalmente come identità omogenea sociopolitica (vedasi ad esempio la Toscana corrispondente al precedente Granducato di nascita rinascimentale ed origine mediceo fiorentina e di alcune regioni e province a statuto autonomo), nella maggioranza dei casi sono frutto di suddivisioni politiche decise a tavolino per accontentare qualche potente politico, in posizione di forza impositiva, per favorire feudi elettorali ed interessi economici particolari e partitocratici. La somma di tutti queste azioni, prive di substrato storico culturale e sociale, hanno portato ad una situazione di ingovernabilità diffusa e sempre più grave, ad una grave disaffezione ed un profondo distacco tra la cittadinanza e la politica.
Occorre pertanto elaborare una riforma radicale della politica territoriale, eliminando tutti gli attuali enti locali, regioni, province (divenute addirittura 110 di cui 3 in fase di attuazione, alcune totalmente prive di senso e già conflittuali prima ancora di essere avviate, come Barletta- Andria- Trani) , comunità montane e collinari, ecc., ormai considerati dalla popolazione dei "poltronifici" dove sono state collocate perlopiù indegnamente centinaia di migliaia di professionisti della politica e suoi parassiti asserviti (tra cui molti consulenti), veri e propri “cortigiani”, e sostituirli con aggregazioni territoriali liberamente concepite dalle popolazioni stesse (tramite consultazioni e pattuizioni ed elaborazione di statuti) sulle orme degli stati preunitari, che potrebbero assumere la connotazione di Cantoni, come in Svizzera, dotati di ampia autonomia, per sfociare appunto in una Confederazione. Si tratterebbe pertanto di una forma ripropositiva attualizzata degli stati preunitari, in chiave moderna e con tutti gli adattamenti del caso, che non sarà affatto calata dall'alto e studiata a tavolino (come hanno sempre fatto politici e burocrati) ma elaborata dalla società civile, in maniera condivisa e partecipata e con il ricorso all'istituto referendario per confermare le scelte effettuate.
A livello territoriale localistico, che potremmo definire "cellulare" o di micropolitica, dovrebbero rimanere solo i comuni, ma con requisiti minimi, soprattutto demografici, con una soglia minima ad esempio di 10 mila abitanti, per cui si dovrebbero aggregare liberamente per pervenire a queste dimensioni funzionali. I comuni attualmente più piccoli, o anche le frazioni di grandi dimensioni (nella penisola ce ne sono oltre 60 mila, alcune sono molto più grandi di comuni esistenti) avranno diritto ad eleggere un proprio rappresentante, che sarà delegato con pieni poteri ad agire per l'interesse della comunità di provenienza, presso il nuovo comune costituito (di dimensioni appunto superiori ai 10 mila abitanti).
In pratica ogni delegato di una piccola comunità (borgo), che quindi non sarà affatto soppressa, diverrà consigliere nel comune di più grandi dimensioni e responsabile della gestione del proprio borgo e comunità ed avrà diritto solo a rimborsi spese ed un minimo di assegnazione logistica ed operativa idonea alle sue funzioni.
Solo i comuni così costituiti avranno una Giunta esecutiva, i cui membri avranno diritto ad una indennità di ruolo, tutte le altre saranno sciolte, e così saranno eliminati quasi tutti gli attuali ruoli di potere parassitario gestiti dalla PARTITOCRAZIA. I Comuni così costituiti a loro volta delegheranno un rappresentante in seno al Cantone, in base ai criteri statutari che saranno determinati liberamente. I partiti che hanno dato corpo all'abominevole PARTITOCRAZIA saranno così privati della loro linfa vitale e la società civile tornerà ad essere protagonista della politica attiva, riappropriandosi della sua libertà. Le società a partecipazione pubblica dovranno essere gestite da manager provenienti dal mercato o dalla società civile, per meriti competenze e qualifiche, e mai dai partiti.
Che vi siano già da tempo in corso istanze di maggiore libertà ed autonomia nella nostra penisola, è un fenomeno evidente a chiunque anche solo affrettatamente faccia una ricerca in internet, dove compariranno decine e decine di gruppi, associazioni, movimenti, ecc. che si rifanno a valori di indipendentismo, autodeterminazione, autonomia, protezione delle minoranze, ecc. Ne cito solo alcune a titolo dimostrativo ed esemplificativo: Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, il Partito Sardo d'Azione, Liga Veneta Repubblica, il Partito Nazionale Veneto, Venetia Libera e Indipendente, l'Associazione, econazionalista Insubre Domà Nunch, il Partito Autonomista Trentino Tirolese (PATT), il Movimento "La Colomba" per il Friuli-V.G., gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu, il Movimento Autonomista Toscano, il Movimento Indipendentista Ligure, Terra e Liberazione per l´Indipendenza del Popolo Siciliano, ecc..
Inoltre sono sempre più frequenti esempi di ricerca di coesione territoriale fondata su radici storico culturali condivise e supportate da una forte identità comunitaria, come dimostrato di recente, ad esempio, dall'approvazione dello Statuto comunitario per la Valtellina (rammento che la Valtellina sarebbe stato il 24° cantone svizzero se Napoleone nel 1797 non lo avesse conquistato sottraendolo ai Grigioni ...). Cito soltanto superficialmente fenomeni in corso da diversi anni come il "Principato di Seborga", perché più che su solide basi storico culturali ed identitarie, si fonda su un'abile ed astuta gestione del business turistico, sempre più attratto da questi  eventi e proposte autonomistiche fondate su presunte basi storiche ...
Queste diffuse espressioni autonomiste ed identitarie della società civile locale, sempre più potenti e capillari, e dotate di un notevole consenso latente (che i partiti cercano di soffocare o assorbire fagocitandolo), sono un segnale inequivocabile di un forte desiderio di libertà, di volersi liberare dal parassitismo e dalla corruzione soffocante, pervenendo a nuove aggregazioni politiche di piccole dimensioni, meglio governabili e controllabili, dove un sano individualismo creativo, tramite l'applicazione della democrazia diretta e partecipata, può dare più facilmente il suo contributo al benessere generale, migliorando la qualità della vita dei suoi abitanti. Dove i talenti non siano schiacciati e costretti ad emigrare ma siano valorizzati. Soprattutto in questo periodo di crisi finanziaria ed economica mondiale, che è dimostrazione del fallimento dell'attuale sistema politico economico dominante, fondato sulla creazione di denaro tipografico (immissione di liquidità senza contropartita valoriale, che è causa della vera “inflazione”) e sull'indebitamento sproporzionato ed indotto artificialmente, sull'ingerenza statalista nel mercato, sullo sfruttamento insensato delle risorse naturali, sull'assoluta assenza di etica politica ed economica, ecc., soprattutto ora si rende indispensabile rivedere totalmente le basi strutturali su cui fondare la società, che deve essere sostenuta da chi crea vera ricchezza con le proprie idee ed il proprio lavoro, con i propri risparmi ed investimenti, e non su chi ne abusa autoritariamente, appropriandosene parassitariamente. O VOLETE CONTINUARE A TENERVI QUESTA ITALIA?

12 aprile 2009, Claudio Martinotti, ambientalista libertario e storico localista amatoriale.
 
  A proposito delle Poste Italiane...  
 

Tutto quello che i toscani dovrebbero sapere sulle POSTE ITALIANE, e che nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di scrivere ai giornali. Questo è il momento che tutti I nodi sono arrivati al pettine. La privatizzazione di un colosso del recapito e del finanziamento a moneta facile , mirata a famiglie ed  Imprese mediopiccole non può e non deve essere privatizzato. Non può essere privatizzato  al ribasso, facendolo gestire con metodi clientelari allo scopo di privatizzare tutto e svendere ai privati per un tozzo di pane.

Le Banche aspettano a gloria questo dolce evento. Questa logica di svendere i gioieli di famiglia parte da lontano , ecioè dal 1995 quando i sindacalisti  non propriamente colti vennero tutti o quasi promossi a quadri e dirigenti :lo scopo era semplice: bloccare le paghe cooptando chi poteva essere il difensore dei lavoratori.A carico dello Stato..... E questo era generalizzato in tutti i gioielli di famiglia da svendere forse per obbedire anche a ricatti internazionali (L'Italia non poteva assolutamente ratificare i parametri di Maastricht: nemmeno e men che mai adesso!)Poi venne Passera nel 1998 che continuò nella falsariga trascorsa con giroconti virtuosi  compiendo la informatizzazione che rese il bancoposta un vero pericolo per il sistema bancario ,se fatto funzionare a regime ottimale.Ma questo non è avvenuto .Ci ha rimesso l'utente , e non il cliente come viene sbandierato pateticamente.Ci ha rimesso la collettività italiana tutta e toscana in particolare. Passera è divenuto amministratore delegato o similia della Intesa san Paolo, la quale possiede il pacchetto di maggioranza di Bankitalia ed il 14,7% della BCE. Ci rimettono i lavoratori ed i sindacalisti attuali che lavorano sottoorganico ed i sindacalisti postali di oggi che combattono con una azienda sempre più decisa nella sua linea e si espongono coraggiosamente. L'alternativa per tutta la azienda e di ritornare pubblica ,visto che sarà preda di padroncini e banche avide che faranno il loro interesse e non quello del cittadino che ha DIRITTO di poter fruire del servizio universale e di impulso dettato da denaro pubblico per lo sviluppo della piccola e media impresa e della domanda di beni di consumo e strumentali. La proposta evidente è di rendere il servizio postale statale e poi federalizzato nel land della Toscana macroregione a capitale pubblico regionale , senza giroconti in finte SpA di comodo sprecone . Per ciò che concerne il bancoposta , renderlo una vera banca pubblica a capitale -monte monetario del LAND Toscana  , in sinergia con università (serie) e poli di sviluppo tecnologico,Areee Vaste e CNR per la mirata ricerca di giovani menti da finanziare. Assunzioni nel settore universale sociali con valido senso della meritocrazia. Riguardo al signoraggio bancario poi riuscire in chiave federalista toscana monete da 5 10 e 20 euro emesse dalla ZECCA e non dalla BCE così da far risparmiare cittadini e imprese e dare una chiave di lettura economica e non illusorio-finanziaria alla economia reale d'Italia e della nostra amatissiam toscana in particolare. Questa è secondo il MAT la vera Maastricht del buon senso altrimenti per i giovani  cervelli e non, sarà un vero  disastro. Cerchiamo di riflettere tutti seriamente di ricostruire L'italia, per non sentirci dire un domani dai nostri nipoti.......Ma Cosa Avete Fatto!!!!

Fabrizio Chelucci

 

 
  “MAESTRO DOMENICO” ,  UN LIBRETTO CHE TUTTI I TOSCANI DOVREBBERO LEGGERE.  
 

L’amico Giuseppe Corsi, ha inviato questo messaggio che ben volentieri pubblichiamo:

Caro Mazzerelli, 

   le volevo proporre il ricordo del pisano Narciso Pelosini (1823 – 1896). La sua opera, composta nel 1871, si intitola  “Maestro Domenico” (Sellerio , 1982). In una giornata del 1850 circa, il Sig. Domenico compie un’escursione campestre e, dopo una frugale merenda, si appisola sotto una quercia, al risveglio, si alza con la barba lunga e i vestiti lisi, rientrato in paese, scopre di trovarsi nel 1869. Quanti cambiamenti !!!!  I gendarmi e i giudici parlano piemontese e siciliano, il costo della vita è aumentato in modo sproporzionato (si fa riferimento, per esempio, al costo dei sigari) la classe dirigente è uguale a quella descritta ne  Il Gattopardo”, per le volgarità e l’esibizionismo dei nuovi ricchi. Vi sono riferimenti anche alle spoliazioni ecclesiatiche e ad appartenenze lobbistiche (chiamamole così) di un certo tipo . La vita politica, inoltre, è in mano a personaggi  “più sudici di un bastone da pollaio”  (ovvero il trespolo delle galline). Alla fine, disgustato, il nostro eroe torna a dormire sotto la quercia, in attesa di tempi migliori. Unico difetto : il Pelosini viene nominato senatore del regno nel 1890. Ahimè, nessuno è perfetto. Resta, però, questo gioiellino, gustoso anche nella lingua (simile a quella di Collodi).

 

Ps: Complimenti per l’ultima impresa di Barberino di Mugello.

 

Giuseppe Corsi

 

 Ringrazio vivamente Giuseppe Corsi per la sua nota. Il librettino di cui parla l’ho letto tre volte e tutte le volte me ne sono commosso sino alle lacrime. E’ la vera umanissima storia della nostra tragedia nazionale, che ci ha visto occupati dagli aggressori ed invasori piemontesi contro la volontà della stragrande maggioranza del popolo toscano, così come ora – contro la Toscana e la nostra identità – il PCI (PD) e la CGIL, hanno promosso e organizzato l’invasione extracomunitaria. Grazie per Barberino, faccio quello che posso, ma è dura… i corrotti sono ovunque…

 

 
  “ITALIANI DI MERDA” , COSI’ HANNO GRIDATO GLI INVASORI  EXTRACOMUNITARI MENTRE, PER ORA, MA SOLO PER ORA, SI BASTONANO TRA LORO….  
 

A cura del MAT-LEGA AUTONOMISTA TOSCANA

I  comunisti, comunque camuffati, hanno fatto in Milano e a Pisa un altro passo avanti verso l’agognata società multietnica, la  loro “nuova ricchezza”.   Ricordate quanto affermiamo da 20 anni ?  Festival Nazionale de “L’Unità” 1988 :  “Compagni, non dobbiamo preoccuparci più di tanto per la crisi dell’Est…Dal prossimo anno  ( 1989  n.d.a.) faremo giungere in massa gli extracomunitari, ci serviranno per rilanciare la lotta di classe, disarticolare l’Occidente e la Chiesa Cattolica.”  Grazie a questa strategia, con il passare degli anni la regione geografica italiana è sempre meno riconoscibile e non soltanto per la scomparsa dei crocifissi… “Crocifissi” fra breve saranno i nostri poveri, i nostri emarginati, i nostri senza casa, i nostri ammalati… e non è affatto improbabile che i  credenti, nostri credenti, siano martirizzati… A Milano si sono massacrati di botte fra islamici e sudamericani, a  Pisa fra magrebini , tutti – diamo atto a “Libero” di averlo detto chiaro e tondo – hanno gridato  “italiani di merda !”  . E’ solo questione di mesi, di giorni, di ore… poi le aggressioni saranno sempre più fitte e saranno soprattutto contro di noi.  Forse allora si scoprirà il valore delle identità  e ci si accorgerà del male che è stato sparso. Sarà tardi, molto tardi, ma voi che ci leggete saprete almeno – con assoluta certezza -  chi sono stati i mandanti !

Combattere l’imperialismo e il comunismo. Sovranità ai Popoli !

 
  Un cimitero Musulmano a Santa Croce...  
 

 

"Riceviamo e pubblichiamo, ma ricordiamo che la questione "invasione extracomunitaria"  non riguarda soltanto l'islam.... riguarda, prima di tutto, il PCI, oggi Partito Democratico, che l'ha organizzata e che toscani dementi votano.... ma riguarda  anche quei laidi imprenditori di Santa Croce sull'Arno, che irresponsabilmente hanno assunto gli extracomunitari per abbassare il costo del lavoro ..."

Ho appreso con sgomento la richiesta inoltrata al Comune da stranieri presenti sul territorio santacrocese per ottenere un luogo dove seppellire i loro morti e mi sono preoccupata alquanto per l’ennesimo tentativo, piuttosto palese e 
sfrontato, anche se subdolamente mascherato da un falso pietismo, di appropriarsi piano piano di un territorio che li ospita,in quanto credo che la maggior parte di loro disponga solo di un permesso di soggiorno(almeno al momento!) Non dimentichiamoci che fra i diktat del Corano c’è quello ben 
riassunto dalle parole della moglie dell’imam di armagnola:”Vi conquisteremo partorendo figli,voi siete in crescita zero,noi ci raddoppiamo ogni anno,Roma diventerà la capitale dell’Islam”(v. “La forza della ragione” ,Oriana Fallaci,
Rizzoli International,Bergamo,2004,p.242) e ciò,purtroppo, sta già accadendo,visto che le musulmane fertili sono sempre incinte (supponendo,nella migliore delle ipotesi, che i musulmani presenti sul nostro territorio siano monogami,
realtà assai difficile da verificare inconfutabilmente per tanti motivi!). Questi “cioccolatini al latte e al fondente” cominciano con il chiedere un’unghia per poi prendersi tutto il braccio.Infatti un luogo di sepoltura potrebbe,in breve tempo,richiedere ampliamenti difficilmente negabili dalle 
Amministrazioni (d’altra parte è facilmenteprospettabile,visto che anche per noi i cimiteri sono cresciuti a dismisura!), potrebbe diventare una grande moschea, con gravi difficoltà di controllo da parte delle stesse forze dell’ordine, (come accade per molte moschee presenti in Italia) potrebbero portarsi dietro il muezzin, potrebbe costituire un precedente per tutto il territorio italiano,oltre che una“base” per i musulmani regolari e clandestini. E i problemi che ho esposto sono soltanto la punta dell’iceberg. Nell’esprimere il 
mio pensiero ho usato il condizionale, ma sono sicura che il modo giusto per manifestarlo sia proprio l’indicativo!Vorrei che il MAT,in nome degli interessi ora dei santacrocesi, ma in futuro di tutta la Toscana, si attivino per contrastare questo “nuovo tentativo” subdolo (anche se non più di tanto, perché 
gli occidentali saranno “cani infedeli”,ma non sono dei cretini!) e assai pericoloso.Viste le politiche migratorie della regione toscana e l’investimento politico che ha fatto sullo straniero è logico temere la svendita della nostra 
civiltà e del nostro territorio in favore degli ipotetici nuovi elettori! Mi viene da dire, in senso provocatorio (ma,poi,non troppo) che i musulmani ( o,forse, più propriamente, i buonisti sinistrorsi italioti!) potrebbero chiederci 
di“ricusare” il nome di Santa Croce sull’Arno,per non urtare la loro suscettibilità. Cerchiamo di arginare la loro espansione,visto che rimandarli a casa loro è impossibile e che, se non porremo un forte freno, ce li sciropperemo anche dopo morti!!!   

Lucia R.

 

 
  A 20 anni dalla caduta del muro di berlino - La Lega Nord salva l'Italia  
 

Il 1989 portò con se importanti accadimenti , primo fra tutti la caduta del muro di Berlino. Caduta che provocò una reazione a catena che avrebbe potuto portare la Germania , di nuovo , a rivestire un ruolo egemone nell’Europa continentale – complice anche la dissoluzione dell’Unione Sovietica sotto la scure di una pesante crisi economica : conseguenze di grande portata che nessuno a quell’epoca poteva capire dove avrebbero potuto portare .

L’equilibrio europeo era compromesso ,e gli anelli deboli del continente, frutto delle spartizioni a tavolino delle guerre mondiali, Jugoslavia e Cecoslovacchia, iniziarono a scricchiolare : anche l’Italia manifestava tendenze separatiste nella sua parte settentrionale , che era , ed è , una delle regioni più ricche del mondo. Zona che, notoriamente, guardava con forti simpatie ad oltralpe.

Si stava ricomponendo fisiologicamente quell’Impero austriaco, quella mitteleuropa a guida tedesca , i cui confini ideali arrivavano all’Emilia e alla Toscana , fino a Grosseto.

E’ probabile che alcune forze straniere vincitrici della Seconda Guerra Mondiale non vollero che si creasse un grande mercato , forte e coeso sotto il profilo etnico , che andasse da Oslo fino a Firenze , dall’Ucraina fino a Strasburgo, con una Francia – stavolta – interessata e coinvolta nel progetto. Un blocco europeo che per la prima volta nella storia escludeva completamente l'Inghilterra.

Nel nostro Paese un mezzo per ostacolare questo processo fu rappresentato, con grande probabilità, dalla Lega Lombarda, successivamente rinominata come Lega Nord, col suo Umberto Bossi; partito in cui incanalare e dar sfogo al malcontento del settentrione, che rischiava di esplodere violentemente contro lo Stato Italiano.Malcontento da “proiettare” in una sorta di alveo democratico e sostanzialmente inconcludente ed improduttivo per gli interessi settentrionali.

Per l’Inghilterra rappresentò, in un certo senso, il bis : ricordiamoci infatti che “organizzò” la creazione, 120 anni prima, di una Unità Italiana che annetteva ad un produttivo nord, l'"arretrato" del sud, che era sostanzialmente estraneo sia a livello etnico che culturale , per non parlare economico , a quell’altro “pezzo” .

Così facendo si “azzoppò” l’idea di uno stato “amico” della Francia e di una Grande Francia che rischiava di isolare l’Inghilterra.

Nel 1989 , come si è detto , è stata la volta della Grande Germania che , se si fosse realizzata , avrebbe messo il Regno Unito in un cantuccio.


Fabrizio Chelucci 

 
 
  L’ennesima presa in giro della Lega Nord: Prato, tessile e Cinesi  
 

 Oggetto: La legge 1930



La legge 1930 approvata in data 10 dicembre dalla Camera dei deputati viene indicata come chiarificatrice per una corretta indicazione del marchio "MADE IN ITALY".

Leggendo attentamente gli articoli 4 e 5 si capisce che questa legge non fa altro che indebolire la filiera tessile pratese e rinforzare le grandi firme.

L'art. 4 sancisce che l'impiego dell'indicazione Made in Italy è permesso esclusivamente per i prodotti che hanno avuto almeno due delle fasi di lavorazione nel territorio italiano, mentre l'art. 5 precisa che nel settore tessile per fasi di lavorazione si intendono la filatura, la tessitura, la nobilitazione (rifinizione e lavorazioni collegate) e la confezione compiute nel territorio italiano.

Questo significa che basta importare un tessuto dai paesi emergenti, rifinirlo e confezionarlo in Italia perché il capo finito rechi l'indicazione Made In Italy. Traducendo basta che un'impresa con sede e laboratori in italia, compri il tessuto in Cina, lo rifinisca e confezioni in Italia per poi rivenderlo "targato" Made in Italy.

Come al solito la classe politica è lontana anni luce dal mondo del lavoro. Attualizzando questa norma nella realtà pratese ci si accorge come la legge che porta la firma del leghista Reguzzoni con confirmatario il pratese PD Lulli finisca per favorire le aziende italo/cinesi che i leghisti di Prato additano come causa di tutti i mali del nostro distretto.

La conseguenza ancor peggiore di tale legge è che le filature, le tessiture, le tintorie che duramente resistono sul nostro territorio sono ulteriormente svantaggiate ed invitate al fallimento da questa abominevole legge. Infatti per dotarsi del “made in Italy” alle grandi firme non importerà assolutamente che queste lavorazioni avvengano in Italia, ma basterà loro rifinire e confezionare in Italia. Il resto verrà dai paesi emergenti o dove molte ditte italiane hanno delocalizzato causando i licenziamenti a "raffica" e il ricorso alla cassa integrazione che finirà per gravare sulle nostre tasche.

Questo bel “pacco” di Natale è il massimo che i signori politici, leghisti in primis, sono riusciti a regalarci. Saranno finalmente contenti, in un solo colpo si ammazza definitivamente questa fastidiosa bestia del distretto tessile pratese. La Lega ed il PD hanno firmato la nostra condanna a morte di Prato.



Massimo Signori