NUMERI ARRETRATI

 
 

Edizione 2012

 
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ANNO XXIII N. 30 (2012)  

EDIZIONE ON LINE

Registrato al Tribunale di Firenze il 24 Aprile 1990 al n. 3961. Casella Postale 1215 - 50100 Firenze

direttore ALESSANDRO MAZZERELLI

 
 
     
     
 

L’ATTACCO FINALE ALLA NOSTRA IDENTITA’ (2)

 
 

 

(vedi AUTONOMIA TOSCANA 4° TRIMESTRE 2011)

 

I nomi:

 

'L'Italia sono anch'io' – campagna per i diritti di cittadinanza
comitato promotore fiorentino:
Arci, Acli, Asgi, Libera, Caritas, Comitato Primo Marzo, Cgil Camera del Lavoro Metropolitana Firenze, CNCA, Fcei-Gould, Rete Antirazzista, Associazione per la Sinistra Unita e Plurale - Rete @ sinistra

adesioni: Andrea Barducci - Presidente Provincia di Firenze, Alessio Biagioli - Sindaco di Calenzano, Adriano Chini - Sindaco di Campi Bisenzio, Sestilio Dirindelli - Sindaco di Tavarnelle Val di Pesa, Simone Gheri - Sindaco di Scandicci, Gianni Gianassi - Sindaco di Sesto Fiorentino, Carlo Nannetti - Sindaco di Lastra a Signa, Massimiliano Pescini - Sindaco di San Casciano Val di Pesa, Claudio Toni - Sindaco di Fucecchio, Anpi Campi Bisenzio, Arciragazzi Firenze, Comune di Bagno a Ripoli, Giovani Democratici Firenze, LVIA Toscana, Sinistra Universitaria - UDU Firenze, IDV Firenze, Pd Met Firenze, Sel Firenze, gruppo PD Comune di Firenze, gruppo SEL Comune di Firenze, gruppo Perunaltracittà Comune di Firenze, Tommaso Grassi – consigliere Sinistra e Cittadinanza Comune di Firenze; ass Punto di Partenza; Assieme - Associazione di volontariato di utilità sociale; Cisl Firenze; Anolf/Cisl Firenze; Coordinamento Giovani Anolf Cisl

 

Questi sono i più infami traditori della Toscana e dei Toscani, che vogliono l’eliminazione dei nostri Ultimi e la distruzione della propria Terra.

Ricordiamo cosa promuovono:

  1. la modifica delle regole sulla cittadinanza, che vuol dire dimezzamento dei tempi della naturalizzazione, facendola scattare dopo cinque anni di residenza.
  2. lo scardinamento del fondamentale principio dello Ius Sanguinis, in favore dello ius soli:  acquisirà la cittadinanza chi nasce da un genitore regolarmente in Italia da almeno un anno o da un genitore nato in Italia, ma anche chi frequenta qui un ciclo scolastico o, arrivato quando ha al massimo dieci anni in Italia, vi rimane fino alla maggiore età.
  3. la  modifica del diritto di voto che prevede l’elettorato attivo e passivo alle elezioni circoscrizionali, comunali, provinciali e regionali per gli immigrati che risiedono in Italia da cinque anni.

IL MAT non tradisce la propria Terra e la propria Gente.

Il MAT è a fianco di tutte le Genti e gli Uomini Liberi che si oppongono ai criminali globalisti che vogliono la distruzione dei Popoli.

 
 
 

COMITATO NAZIONALE PRO DON LORENZO MILANI

Casella postale 1208 – 50100 Firenze

IL CASO DI ANDREA GALLO (don)

 
 
 

Gli Amici che ci seguono ricorderanno la dura polemica con  Alex Zanotelli,  il  “cappellano di Rifondazione Comunista”,  ma lui qualcosa di buono l’ha fatto e lo riconosciamo, a trovare i pezzenti d’Africa c’è veramente stato…cosa abbia combinato è un altro discorso… Ora di lui se ne sente parlare meno, ora è in voga  un altro “prete” che, per la verità, si presenta più simile allo spretato Enzo Mazzi che allo Zanotelli.   E al Mazzi, scomparso di recente, presentiamo laicamente le armi per la sua coerenza , già prete non ha voluto nessuna cerimonia religiosa,  ha fatto spargere al vento le sue ceneri e ha ordinato che i suoi scritti fossero bruciati, mistero… mica se ne sarà  in punto di morte vergognato ?   Il nostro “prete in voga” è per tutti i post comunisti un “eroe”, si tratta di  Andrea Gallo (don) da Genova. Come è accaduto a quasi tutti i post comunisti, che hanno visto implodere l’Idea e la Madre Patria Sovietica , non è rimasto che farsi portatori dei “diritti” dei pederasti, delle lesbiche e degli invasori islamici… e Gallo (don) è con loro.  Francamente potremmo fregarci dei suoli libelli, che a colonne sono arrivate alla  Libreria Feltrinelli,  se il “nostro” non cercasse di atteggiarsi ad un nuovo  Don Milani.  E qui ci arrabbiamo di brutto, perché è un atteggiamento che si configura in una vera a propria bestemmia.

   Scrive il Gallo,  a pagina 61  di  La buona novella”:

 

“…sono giustificate le indignazioni dell’Agedo – l’associazione di genitori di omosessuali – de dell’Arcigay, in seguito alle esternazioni omofobe di numerosi personaggi, politici e non. E anche la chiesa in questo ha molte, troppe responsabilità.”

 

  Il Profeta di Dio in Barbiana, don Lorenzo Milani  ha detto :

 

“…la gestione degli interessi delle classi benestanti, porta, prima o poi, tutto un popolo a prostituirsi alla loro etica, di cui il divorzio, l’infedeltà coniugale, la droga, l’aborto, la sopraffazione economica e politica del prossimo, sono gli aspetti più qualificanti… Sarà quello il momento giusto in cui si dovrà proclamare senza indugi le nostre tesi. Ma non farti illusioni , prima che le masse si accorgano che abbiamo ragione scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica  arriveranno a livelli di incredibile bassezza.”

(don Milani a Mazzerelli, 31 luglio 1966)

 

 

 Scrive il Gallo,  a pagina 60  di “Buona novella”:

 

“Fino a quando non vedo iniziare i lavori per il luogo di culto islamico, anche la chiesa cattolica resterà chiusa la domenica.”   ( Già, ma fermo il rispetto per l’Islam, come la mettiamo con i cristiani, impalati,  bruciati, impiccati, incarcerati  dal Sudan a Timor Est ? )

 

 

IL Profeta di Dio in Barbiana, don Lorenzo Milani ha scritto: 

 

“Non mi ribellerò mai alla Chiesa,  perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa.”

(Lettera di don Milani  a  Padre Reginaldo Santilli O.P.  del 15 ottobre 1985)

 

 

 Ogni commento sulle “differenze”, offende l’intelligenza di chi legge e noi non vogliamo offenderla…

Firenze , 27 febbraio   2012    

                                                                                Il portavoce

 
 
  La Toscana non è piú qui  
 

La Toscana è altrove, non so dove.

È una terra promessa, un ideale da riconquistare lasciando tutto e mettendosi in cammino: lasciando la vigliaccheria e i compromessi, e preparandosi a sopportare una lunga marcia attraverso il deserto.

Dove trovare la Toscana vera? Non lo so. Forse dentro di noi, nel ricordo di ciò in cui abbiam creduto.

Forse è una patria interiore, che non ha piú riscontro esterno. O forse sí. Non sarebbe la prima volta che lo spirito di un popolo si estingue nella sede originaria ma ricompare altrove, dove meno ce se lo aspetterebbe. Ebbene, se trovate una terra verde e multiforme, non appiattita, non uniformata, non sottomessa a nessuno, abitata da gente fiera e libera, allora quella è la Toscana. Se sono scettici e polemici, se non riconoscono nessuna autorità, se non pongono limiti al pensiero e al genio, se non conoscono valore piú alto della libertà, allora quelli sono i toscani — dovunque si trovino, qualunque lingua parlino. Parleranno la loro lingua caustica e non se la lasceranno espurgare da nessuno.

In Toscana, nella Toscana propriamente detta, tutto questo non esiste piú. C' è una gentuccia falsa ed alacre, avida di spiccioli e povera di dignità, una gentuccia sempre pronta al compromesso, sempre pronta ad adeguarsi a chi viene a comandarla. Una gentuccia che dei toscani ha rinnegato tutto, persino la lingua, e si sforza di parlare come meneghini e papalini. Se questi sono toscani... allora la banda della Magliana è un manipolo d' antichi romani!

Chi li ha mai visti i toscani veri? Che fine hanno fatto? Quando si sono estinti? Possibile che siano scomparsi cosí, nel nulla? Chi li ha visti per ultimo? Qual' è l' ultima testimonianza che ne abbiamo?

L' ultimo testimone è un pratese, Curzio Malaparte — ma sarà attendibile? Nel corso della sua vita ha cambiato casacca piú volte, ha persino cambiato nome... Davvero ai suoi tempi i toscani saranno ancora esistiti? Sentiamo come Malaparte pretendeva di distinguerli dagl' italiani :

«O italiani grassi che usate abbracciarvi l' un l' altro, e prendere tutto in facile, e veder tutto roseo, e tutto quel che fate lo gabellate per eroico, e vi credete virtuosi, e avete la bocca piena di libertà mal masticata, e pensate tutti a un modo, sempre, e non v' accorgete d' esser pecore tosate. O italiani che non amate la verità, e ne avete paura. Che implorate giustizia, e non sognate se non privilegi, non invidiate se non abusi e prepotenze, e una sola cosa desiderate: esser padroni, poiché non sapete essere uomini liberi e giusti, ma o servi o padroni. O poveri italiani che siete schiavi non soltanto di chi vi comanda, ma di chi vi serve, e di voi stessi; che non perdete occasione alcuna di atteggiarvi a eroi e a martiri della libertà, e piegate docilmente il collo alla boria, alla prepotenza, alla vigliaccheria dei vostri mille padroni: imparate dunque dai toscani a ridere in faccia a tutti coloro che vi offendono e vi opprimono, a umiliarli con l' arguzia, il garbato disprezzo, la sfacciataggine allegra e aperta. Imparate dai toscani a farvi rispettare senza timor della legge, né degli sbirri, che in Italia tengon luogo della legge, e della legge son piú forti. Imparate dai toscani a sputare in bocca ai potenti, ai Re, agli Imperatori, ai Vescovi, agli Inquisitori, ai Giudici, alle Signorie, ai cortigiani d' ogni specie, come si è sempre fatto in Toscana, e si fa tuttora. Imparate dai toscani che "un uomo in bocca a un altro non s' è mai visto", che "un uomo vale un altro, e anche meno". Imparate dai toscani che non c' è nulla di sacro a questo mondo, fuorché l' umano, e che l' anima di un uomo è uguale a quella di un altro: e che basta sapersela tener pulita, all' asciutto, che non pigli polvere né umido, come sanno i toscani, che dell' anima propria son gelosissimi, e guai a chi gliela volesse sporcare, o umiliare, o ungere, o benedire, o impegnare, affittare, comprare; e che vi sono anime femmine e anime maschie, e che le anime dei toscani son maschie, come si vede da quelle che escon di bocca ai morti nel Camposanto di Pisa: il solo camposanto che sia al mondo, tutti gli altri son cimiteri. Imparate dai toscani a non temer l' odio della gente, né l' invidia, il livore, la superbia, a non temer nemmeno l' amore. Imparate a rispondere alla malvagità coi calci bassi, al sospetto con i morsi alla gola, ai baci sulla guancia con le dita negli occhi.
Imparate dai toscani a stimare un onore il male che dicon di voi. E tutti dicon male di noi toscani, e non ci vogliono, e ci tengono a bada, sol perché siamo, e a ragione, crudeli e faziosi, cinici e ironici; perché abbiamo il sangue caldo e la testa fredda; perché siamo nati proprio e soltanto per dire quel che agli altri non piace sia detto; perché non ci pentiamo delle nostre cattive azioni per non doverci pentire anche delle buone; perché godiamo nel mettere a nudo i fígnoli, i bitorzoli, i bubboni, le ossa storte, gli occhi guerci, e non tanto quelli degli altri, quanto i nostri; perché siamo i soli, in Italia, che pur nel vivo delle fazioni, delle sommosse, delle mischie, degli ammazzamenti, non perdiamo mai la testa, i soli che ci scaldiamo a freddo, e a un certo punto ammazziamo non per la ragione che non ne possiamo fare a meno, o che ci piaccia ammazzare, ma per la ragione che è l' ora di farla finita, e di andare a desinare; perché siamo pallidi e non chiediamo perdono a nessuno, e dimentichiamo piú presto i beneficii che le offese, e non perdoniamo chi non ha paura di noi.
E sopra tutto perché noi toscani siamo la cattiva coscienza d' Italia.
E questo che io dico, che siamo la cattiva coscienza d' Italia, non è un' offesa, ma un elogio dei toscani. Poiché ogni uomo, come ogni popolo, se non vuole addormentarsi nell' àdipe, e affogar nella retorica, ha bisogno di qualcuno che gli dica in faccia quel che si merita, quel che tutti pensano di lui e nessuno osa dirgli, se non dietro la schiena e a voce bassa. Quel che salva un uomo, o un popolo, è la sua cattiva coscienza, non la coscienza tranquilla: e questo è particolarmente vero in Italia, dove la storia non è intesa se non come panegirico, e tutto, anche i tradimenti, le fughe, le vigliaccate, diventa materia di lode e di trionfo.
E non è colpa, o italiani, ma merito nostro, se la cattiva coscienza non vi fa dormire, se vi fa smaniare e voltar nel letto tutta la notte: non è colpa, ma merito nostro, se avete paura dell' inferno.»

Bei tempi, quando i toscani eran diversi dagl' italiani!

(Il lungo passaggio malapartiano è tratto, ovviamente, da «Maledetti toscani»)

 

Tratto da www.toscanaccio.eu