Domande e risposte sul Movimento Autonomista Toscano    

 

Cos'è il Movimento Autonomista Toscano?

Quando è stato fondato il Movimento Autonomista Toscano?

Ma si va verso l'unità Europea e voi volete dividere l'Italia?

Quali sono i vantaggi che si ottengono dall'autonomia della Toscana?

Ma siete proprio sicuri che se la Toscana è autonoma cambiano le regole del gioco?

Ma esiste una etnia Toscana?

Ma non siete un po' razzisti nei confronti dei meridionali e degli extracomunitari?

Ma fino a pochi decenni or sono anche noi si emigrava...

Ma gli extracomunitari fanno i lavori che i toscani non vogliono più fare...

Ma noi non abbiamo raggiunto il "benessere" sfruttando il "Terzo mondo"?

Ma allora, secondo voi, quelli del Terzo mondo dovrebbero rimanere nel loro paese a morire di fame?

Ma il mondo non è di tutti?

Ma la "Lega Nord - Lega Lombarda" non dice le stesse cose che dite voi?

 

Cos'è il Movimento Autonomista Toscano?

Il Movimento Autonomista Toscano non è un partito, ma un movimento di Servizio a difesa dell'ambiente, della cultura e del diritto al lavoro, alla casa ed alla sicurezza sociale di chi abita in Toscana.
 

Quando è stato fondato il Movimento Autonomista Toscano?

Il Movimento Autonomista Toscano è nato ufficialmente nel 1989, ma il "manifesto" che lo ha promosso risale al 1978: ne fu autore Alessandro Mazzerelli, fondatore del Movimento. Quindi, l'iniziativa di rivendicare l'autonomia della Toscana è sorta molto prima del falso autonomismo "bossista".

 

Ma si va verso l'unità Europea e voi volete dividere l'Italia?

Se fu un delitto contro i popoli, le loro tradizioni e le loro culture costringere le popolazioni dello "Stivale" a sottomettersi al Regno piemontese, peggio ancora sarebbe giungere all'unità europea senza il rispetto delle piccole Patrie, e cioè di tutti i popoli che compongono l'Europa. Noi non vogliamo dividere l'Italia per il semplice fatto che è già divisa. A dividerla ci ha già pensato il regime di Roma, che ha regalato tutto l'ex Regno delle Due Sicilie alla mafia ed alla camorra. Quindi, non potendo dividere ciò che è già diviso, vogliamo ottenere ciò che è già stato dato alla Baviera in Germania, alla catalogna in Spagna, alla Sardegna in Italia e via di seguito. Domanda: per quanto tempo ancora noi Toscani, che siamo stati liberi per secoli, dobbiamo rinunciare a diritti che, con meno ragioni, sono stati concessi ad altri?

 

Quali sono i vantaggi che si ottengono con l'autonomia della Toscana?

Enormi! Sono talmente enormi che è da imbecilli non pretendere l'autonomia.

FISCO:gran parte delle tasse che si pagano in Toscana non vi rimangono, né ritornano, ma vanno ad alimentare gli appalti truccati, le ruberie dei partiti e la mafia. In Italia ci sono circa mille tipi di tasse che si potrebbero ridurre a qualche decina; si potrebbe semplificare i modi di riscossione e di fatto liquidare l'evasione fiscale. Infatti, grazie ad una radicale riduzione del numero delle imposte, l'evasione presenterebbe più rischi che vantaggi.

CONCORSI:oggi è più facile che "un cammello passi per la cruna di un ago" che un toscano vinca un concorso importante. Dal Sud si arriva con le raccomandazioni, con punteggi avvantaggiati, con titoli di studio comprati od ottenuti grazie alla camorra. E questa, si badi bene, non è un'affermazione razzista, basta recarsi in qualsiasi ufficio pubblico per rendersene conto. Quindi, il Movimento Autonomista Toscano, si batte perché i concorsi che riguardano i posti di lavoro presenti nel territorio toscano siano riservati ai residenti e a chi è nato in Toscana.

APPALTI:gli appalti su lavori pubblici che interessano la Toscana sarebbero assegnati a ditte toscane, garantendo il lavoro ai nostri imprenditori ed ai nostri lavoratori.

ESERCITO:riduzione del numero degli addetti e quindi delle spese relative. Toscanizzazione dei quadri. Rafforzamento delle forze di polizia in considerazione che la guerra del futuro sarà indirizzata solamente a contenere la delinquenza e l'invasione extracomunitaria.

AGRICOLTURA:amministrati da gente non toscana o comunque vincolata agli interessi dei partiti, la cosiddetta "regione toscana" si è completamente disinteressata di due settori vitali della tradizione economica toscana: l'agricoltura e l'artigianato. L'agricoltura, in stato di svendita e di abbandono, troverebbe nell'autonomia toscana quella tutela che, con grande sensibilità ed intelligenza politica, gli amministratori sud-tirolesi hanno assicurato all'agricoltura del Sud-Tirolo (Alto Adige).

ARTIGIANATO: L'artigianato toscano, oltre ad essere asfissiato da tasse ingiuste è in grave crisi per la mancanza di apprendisti. La Toscana autonoma ritroverebbe i mezzi per un sostanziale aiuto a questa abbandonata categoria, che per secoli aveva costruito la sua ricchezza.

SANITA':i nostri ospedali servono tutti fuor che i Toscani! Si pensi alla vergogna delle numerose strutture ospedaliere ove i toscani sono gli ultimi nelle liste di attesa ed alla vergogna delle USL, strutture burocratiche in mano alla corruzione del sistema, che soltanto una nuova istituzione, a misura del buon governo toscano, può liquidare.

PENSIONI:con un Istituto toscano, tolti i falsi invalidi e gli sperperi dell'INPS, le pensioni sarebbero equilibrate e notevolmente incrementate, senza alcun onere a carico delle nuove generazioni. Comunque lo stato sociale verrà ad essere migliorato, mai peggiorato.

CASA: l'Autonomia Toscana liquiderebbe la vergogna delle tasse sulla prima casa e darebbe precedenza ai residenti nell'assegnazione delle "case popolari".

 

Ma siete proprio sicuri che se la Toscana è autonoma cambiano le regole del gioco?

Sicurissimi. La nostra certezza nasce da un'elementare constatazione. I partiti ladroni e padroni, qualunque sia la sigla con cui si presentano, si sono organizzati in tutto il territorio della "Repubblica Italiana" con sede centrale a Roma, mentre le loro emanazioni regionali sono strutture che non godono di nessuna autonomia politica. Quindi la strategia del partito fa capo ai padroni che stanno a Roma. La conseguenza di questa realtà è che i partiti, inseguendo i loro sordidi interessi per tutto lo "stivale", pur mascherandosi a seconda delle opportunità locali con una burocratica articolazione regionale e cittadina, sono portatori di ordini e di interessi lontani ed indifferenti ai reali problemi della gente. Il Movimento Autonomista Toscano, costituito da gente che vive in Toscana, non si nasconde dietro la segreteria di partito, dietro gli apparati, le correnti ed i gruppi di potere. I suoi dirigenti, i suoi amministratori sono sempre raggiungibili, basta aprire le pagine di un elenco telefonico...e questo è già un grande vantaggio. Un vantaggio che conferma una delle caratteristiche del Movimento Autonomista Toscano, quella di non sfuggire alle sue responsabilità, ma di camminare con la gente senza coprirsi dietro astratte ideologie, in modo da essere sempre controllabile e direttamente sostenibile per gli atti che effettivamente compie. E' poi un'organizzazione politica meno corruttibile, soprattutto perché non necessita dei grandi mezzi che i partiti devono usare se vogliono raggiungere un buon livello di rimbischerimento generale, senza il quale, una buona parte degli elettori non li voterebbe. Infine, va ricordato che Movimento Autonomista Toscano ha nel suo statuto alcune garanzie che assicurano la vera trasparenza, e cioè: il divieto della doppia carica pubblica, il divieto di rimanere più di due volte nella stessa carica pubblica, il divieto della pubblicità personale il divieto per chi ha una carica pubblica di avere anche una carica nel Movimento, al fine di consentire all'Organizzazione ed agli elettori il controllo sull'operato degli eletti.

Ma esiste una etnia toscana?

Per rispondere a questa domanda è sufficiente riflettere su alcune considerazioni. La cosiddetta lingua italiana altro non è che il frutto dell'imposizione della lingua toscana - opportunamente imbastardita - in tutta la regione geografica italiana. L'etnia toscana discende da quella etrusca; recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che nel sangue toscano è presente un cromosoma di quella stirpe. Infine il modo di pensare toscano, così "strano e diverso", che esalta la libertà individuale, ma che rende i toscani deboli davanti agli apparati dei partiti ed alle organizzazioni clientelari e mafiose, trova la sua simpatica ed obbiettiva descrizione su "Maledetti Toscani" di Curzio Malaparte.

 

Ma non siete un po' razzisti nei confronti dei meridionali e degli extracomunitari?

Non è vero. Per quanto riguarda i meridionali abbiamo sempre affermato una verità e cioè che l'emigrazione di massa dal Sud al Nord non ha in nessun modo migliorato le condizioni di emarginazione e di degrado del Sud. Anzi, ha rafforzato le mafie locali, che si sono sbarazzate di una parte considerevole di giovani che avrebbero potuto opporvisi. Gli industriali del Nord - a dispetto di ciò che afferma la Lega Nord - hanno usato ed abusato , in particolare durante gli anni del cosiddetto boom economico, di lavoratori a "buon mercato" provenienti dal Sud e ciò, sia per contenere le spinte sindacali dei lavoratori locali, sia per rafforzare le forze politiche che si ponevano a loro servizio. (PSI-DC).

Per quanto riguarda gli extracomunitari la questione è per certi versi analoga: il Nord - o meglio la borghesia parassitaria del Nord - ha "bisogno" di operai-servi e di servitù mal pagata. Il fatto che l'invasione extracomunitaria abbia grandi costi sociali per l'intera comunità, in particolare per i nostri poveri ed i nostri emarginati, si pensi ai migliaia di posti occupati da giovani extracomunitari nei già insufficienti centri di assistenza dei nostri ultimi, è - per i suddetti infami - cosa irrilevante. Anzi, tali autentici razzisti e schiavisti del duemila, sostenuti dai mass media si danno anche una patina di progressisti, mondialisti, antirazzisti...

Noi abbiamo sempre affermato che è cosa demenziale, pensare di risolvere gli immani problemi del Terzo Mondo, con l'invasione extracomunitaria della regione geografica italiana. I problemi del Terzo Mondo si risolvono nel Terzo Mondo con i mezzi di coloro che ieri, per arricchirsi, lo hanno depredato dei beni naturali e che oggi, da ricchi, lo depredano degli uomini, per farne la loro nuova servitù.

 

Ma fino a pochi decenni or sono anche noi si emigrava...

Sì, ma era un'emigrazione enormemente diversa dall'attuale. Si trattava di lavoratori con un'arte: erano imbianchini, sarti, contadini, muratori, parrucchieri... andavano in un paese che li richiedeva. Gli extracomunitari sono entrati da falsi turisti in un Paese ad altissima densità di popolazione; la loro attività, salvo casi molto rari, se escludiamo il lavoro nero, non è richiesta, perché si tratta, nella maggior parte dei casi, di manodopera non qualificata. C'è poi una differenza grandissima, fra gli emigranti di allora e gli invasori di oggi, che sfugge quasi a tutti e che è invece di enorme importanza. Si tratta del fatto che mentre i nostri emigrati non godevano di nessuna assistenza - in particolare se erano clandestini - gli extracomunitari vivono sulle spalle delle nostre organizzazioni assistenziali e quindi a danno dei nostri emarginati, dei nostri anziani e dei nostri poveri. Un esempio? La "regione toscana", anziché disporre l'ampliamento del servizio di accoglienza per i nostri ottantenni, ha negli anni dirottato milioni di euro per costituire centri di accoglienza per extracomunitari di vent'anni, molti dei quali, come è noto, sono impegnati nel mestiere di spacciatori di droga...

 

Ma gli extracomunitari fanno i lavori che i toscani non vogliono più fare...

E' questa una delle affermazioni più banali con le quali sia la "destra" che la "sinistra" legittimano l'invasione extracomunitaria. Sia la Confindustria che la Triplice Sindacale (CGIL-CISL-UIL) –sostengono, fin dal 1997, che gli extracomunitari "fanno lavori che nessuno farebbe e pagano le pensioni degli anziani". Le ragioni di quella affermazione - "unitaria", "democratica", "tollerante" - sono molto chiare: alcuni lavori di fatica sono da sempre sottopagati, e sottopagati devono rimanere per non far crescere il costo del lavoro. E' quindi interesse della Confindustria servirsi della manodopera extracomunitaria, costretta - all'inizio della sua permanenza in Toscana - ad accettare lo sfruttamento padronale, così come accadeva negli anni cinquanta con i lavoratori meridionali. Ma tra breve, con molta più arroganza degli immigrati dall'Italia del Sud, gli extracomunitari pretenderanno quello che gli spettava con l'aggiunta degli "interessi"...A quel punto, con lo scontro sociale che inevitabilmente si determinerà, le sanguisughe sindacali e i politicanti che vivono gestendo e mediando il male della gente pensano di trarre vantaggio in potere, prestigio e denaro, così come già ora lo traggono i dirigenti delle cosiddette "Associazioni di volontariato pro-accoglienza". Ma mentre questi vantaggi in futuro non sono affatto sicuri - perché gran parte degli extracomunitari sono prima islamici e poi, se ne hanno convenienza, alleati dei progressisti - chi avrà sicuro svantaggio e si vedrà ridotto ai margini della sopravvivenza sarà il nostro emarginato, il nostro handicappato ed il nostro lavoratore non qualificato.

 

Ma noi non abbiamo raggiunto il "benessere" sfruttando il "terzo mondo"?

Guardiamoci intorno, ti sembra che tutti vivano nel benessere? Certamente ci sono state alcune persone che dallo sfruttamento del Terzo Mondo si sono arricchite e che continuano ad arricchirsi e per costoro la multirazzialità va benissimo. Si tratta di coloro che hanno raggiunto il "benessere" rapinando i beni naturali dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina e che ora si fanno servire dalle collaboratrici domestiche provenienti dai Paesi che hanno rapinato. Ma con questo infame gioco cosa hanno a che fare i nostri poveri, i nostri anziani ed i nostri disoccupati? Gli extracomunitari, talvolta già vittime in patria a causa dei loro "compatrioti" ora lo stanno diventando anche grazie alle varie leggi che si sono succedute negli anni (Martelli, Bossi-Fini etc.) , fatte su misura per offrire manodopera e servitù ai grandi ladroni e padroni, che colpiscono sia la nostra manodopera meno qualificata, che si trova aggredita da una ingiusta concorrenza, sia i nostri anziani, che vedono ridotta a favore di aitanti ventenni extracomunitari l'assistenza loro dovuta, e colpiscono anche gli stessi extracomunitari che rischiano di diventare i nuovi "schiavi". Così, la conseguenza logica è che il povero sarà sempre più povero e chi è ricco sarà sempre più ricco alle spalle degli "ultimi" dell'Italia e del mondo.

 

Ma allora, secondo voi, quelli del terzo mondo dovrebbero rimanere nel loro paese a morire di fame?

Noi abbiamo sempre affermato che i problemi del "Terzo Mondo" vanno affrontati nel "Terzo Mondo" e che è molto meglio insegnare a pescare, che regalare un pesce pescato da altri. Nel mondo si spendono inutilmente un'infinità di miliardi di dollari per spese militari e talvolta bastano pochi euro, per risolvere i problemi di decine di migliaia di persone.

Gli ipocriti e i "progressisti" del mondo cattolico, che si dimenticano del prossimo per chiacchierare su problemi a loro lontani, che gli garantiscono di fare buona figura in salottiere conferenze, dovrebbero sapere - se credono in quello che affermano i loro missionari, che con contributi talvolta irrisori vengono promosse grandi imprese, tali da consentire agli "indigeni" di restare nel luogo natale contribuendo allo sviluppo del loro Paese. Quindi il dramma del "Terzo Mondo" è anche dovuto alla mancanza di scelte politiche che, ovviamente, devono essere di segno opposto alla logica dei governi attuali.

 

Ma il mondo non è di tutti?

Proprio perché è di tutti, ognuno deve compiere sino in fondo il suo dovere. Non si sfugge alle proprie responsabilità con la fuga dal proprio paese, abbandonato in balìa di governi e di burocrazie corrotte, come fanno, per meditata viltà, molti giovani extracomunitari. Occorre capire che se la terra è di tutti ognuno deve fare il suo dovere, deve cioè rispettare il luogo della terra dove è nato e difenderlo. La solidarietà, non deriva dall'estorsione del lavoro ai danni di chi abita da secoli in un dato luogo, come, ad esempio, è avvenuto in Toscana a S. Donnino, ad opera dei cinesi, che hanno liquidato l'artigianato locale della pelle. In questo caso non si è di fronte ad un atto di solidarietà da parte di chi accoglie l'extracomunitario, ma ad un atto di vigliaccheria di fronte ad una rapina. Infine, se il mondo è di tutti, uno dei problemi che dobbiamo affrontare tutti - e non solo i popoli europei - è quello demografico, non si può continuare a crescere pensando che la terra possa ospitare un numero indefinibile di abitanti.

 

Ma la "Lega Nord-Lega Lombarda" non dice le stesse cose che dite voi?

Assolutamente no. La "Lega Nord" è un partito come tutti gli altri. La sezione Toscana della Lega Nord ha la stessa autonomia che può ottenere il "comitato regionale" del PD nei confronti della sede centrale di Roma.. La "Lega Nord" non è una organizzazione autonomista, perché è sottoposta ad un vertice che fa capo a Milano.

Gli autonomisti rispettano ogni identità, si aiutano e si rispettano a vicenda, se trovano un accordo fanno in modo che le cariche di coordinamento spettino a tutti, mediante il principio dell'avvicendamento con pari dignità. Al contrario la " Lega Nord" ha ritenuto la Toscana ed il suo popolo - terra già libera per secoli - una quasi "indegna" appendice della Lombardia.

Ma come fa un popolo - come quello toscano - a richiedere la sua autonomia, se è talmente inetto da non essere in grado di promuovere un suo movimento autonomista? La Lega Nord non è un movimento autonomista toscano ed è lontanissima dagli interessi e dalla tradizione toscana, come suoi referenti in loco si sono succeduti negli anni nobilastri fiorentini, scarti della tangentopoli socialista in cerca di riciclarsi, politicanti fuoriusciti da partiti centralisti come Alleanza Nazionale In cerca disperata di poltrone. La "Lega Nord" non rappresenta nessuna novità, perché è assolutamente priva di qualsiasi codice di comportamento morale. In Toscana il suo fondatore fu un ex esponente della destra espulso dai fascisti, il cui programma ed obbiettivo era il raggiungimento della poltrona per sè e per i suoi familiari. Per queste ragioni abbiamo sempre affermato che i "bossisti" sono falsi autonomisti - anzi non lo sono affatto - e falsi federalisti. Tesi che è ampiamente confermata da queste constatazioni:

Alle Elezioni Amministrative si definiscono "autonomisti toscani", ma vogliono la Toscana relegata ad appendice di una ridicola Repubblica della Padania.

Alle Elezioni Politiche si dicono federalisti, ma il loro federalismo consiste nello spostare l'asse del potere da Roma a Milano, calpestando tutte le etnie del Nord, del Centro e del Sud a favore della superiorità "lumbarda".

Conclusione: il loro "federalismo" è quindi molto più simile a quello della Serbia degli anni ’90 che a quello di Cattaneo. Giunti in Parlamento, votarono Spadolini a Presidente del Senato, ma Spadolini fu un noto e coerente assertore del centralismo romano... Con il quadripartito hanno sostenuto la permanente vergogna dell'immunità parlamentare, rendendo un servizio a Pilitteri e Tognoli e a tutta la tangentopoli Lombarda. Al governo con Berlusconi non hanno fatto nulla di realmente concreto contro l'invasione extracomunitaria, promuovendo anzi immani sanatorie che non si sono viste nemmeno con i governi di sinistra...ed allora che dire? La "Lega", val la pena ripeterlo, è un partito come tutti e per tutte le stagioni. Quindi, possiamo tranquillamente affermare che è più "parente" il PdL con il PD che noi con la Lega Nord e i suoi lacchè che operano in Toscana. A proposito di questi ultimi: sapete qual è stata la loro operazione più significativa? Quella di nascondersi dietro a centinaia di squadristi fatti recapitare dal Bossi davanti al Viminale (Ministero degli Interni) per presentare prima di noi un simbolo simile a quello che avevamo sempre usato. Lo scopo? Quello di rapinarci della nostra identità, colpendo la Toscana e la sua autonomia! Di fronte ad un simile episodio, solo un toscano rincoglionito, imbecille o peggio ancora infame, può dar credito al "bossismo" importato in Toscana.

 

Tratto dal "botta e risposta" di "Nè schiavi di Roma, nè Servi di Milano" - Storia del MAT. Movimento Autonomista Toscano

 

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12.dicembre

 

 

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